Alessandro Lonati

Italia


Alessandro Lonati Nasce a Milano il 21 agosto 1980. Si laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 2004.
Interessato al Set Design per il cinema, si trasferisce a Roma dove inizia ad avere le prime esperienze lavorative nel mondo cinematografico. Allo stesso tempo segue il corso propedeutico di scenografia al Centro Sperimentale di Cinema.... [Continua a leggere]

Atelier di Alessandro Lonati


Informazioni su Alessandro Lonati


Alessandro Lonati Nasce a Milano il 21 agosto 1980. Si laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 2004.
Interessato al Set Design per il cinema, si trasferisce a Roma dove inizia ad avere le prime esperienze lavorative nel mondo cinematografico. Allo stesso tempo segue il corso propedeutico di scenografia al Centro Sperimentale di Cinema.
Nel 2005 si trasferisce   a Parigi dove inizia a frequentare il milieu artistico e a coltivare l’interesse per la regia e i cortometraggi. Lavora su vari set e si laurea in Cinéma all’Université Paris XVIII con master in réalisation nel 2009. Si ferma  a Parigi fino al 2011, anni necessari per  formare  il suo immaginario culturale e artistico. In questo periodo partecipa a diversi progetti cinematografici e inizia così una collaborazione  come illustratore per le agenzie Leemage-Opale di Parigi e Bridgeman di londra che  ad oggi è ancora in atto. Alessandro Lonati pubblica su testate nazionali e internazionali come Le monde, Le Figaro, L’express, Disney France...

Conclusa la sua esperienza francese rientra in Italia con un grande bagaglio di esperienze e conoscenze eterogenee provenienti dai vari ambieti artistici che ha avuto la fortuna di frequentre. Da allora decide di dedicarsi unicamente alla sua ricerca artistica.
Ora vive e crea tra il suo studio milanese e quello sul lago di Garda.

PRINCIPALI ESPERIENZE LAVORATIVE

2021

- Collaborazione alla regia e operatore drone per il documentario Assemblea! Percorso Urbano, Casa degli Artisti, Milano

dal 2019 dal 2018

- Collaborazione con QL-online agenzia, Milano

- creazioni video per aziende

- Art Director - Festival della Bellezza, Verona: ideazione progetti creativi, produzione campagne grafiche e video per media e TV

2010

- Regia documentario, Una volta non si stava meglio, finanziato da Regione Lombardia, per il comune di Manerba del Garda,Brescia

dal 2008

- Illustratore per le agenzie Leemage-Opale-Bridgeman, Parigi-Londra principali pubblicazioni: L’Express, Le Monde, Figaro, Disney France

ATTIVITA’ ARTISTICA PERSONALE - MOSTRE PRINCIPALI

2019

- Piéton Traversée Obligatoire, personale, Ass. Pelouse Interdite, Milano

2018

- A°-Tensosculture, personale, Spazio Arte Scoglio di Quarto, Milano

- Mappe Meta-amazzoniche, installazione, Fabbrica del Vapore, Milano

2017

- To Beauty and Beyond, residenza, Festival della Bellezza, Verona

2016

- 0°00 tensosculture e rilievi, personale, Atelier Traldi Architettura, Milano

2011 

- collettiva, Mathilde Hatzenberger Gallery, Brussels

- Art in America, collettiva, Art in America Magazine, New York

TENSOSCULTURE di Alessandro Lonati

Ho un’aspirazione e la mia arte è un tentativo di raggiungerla. Aspiro ad una dimensione altra, trascendente. Le mie opere sono mezzi estetici per provare ad arrivare ad essa, almeno intuirla attraverso le vie della percezione visiva. Si chiamano Tensosculture.
Negli anni ho acquisito la consapevolezza di questo aspetto del mio creare, contenuto fin nei primi lavori accademici. L’ho assunto come nucleo della mia ricerca, ho trasformato molto il mio modo di creare cercandone l’essenza spirituale. Ora grazie alla consapevolezza raggiunta propongo questa mia intuizione al pubblico. Il mio obiettivo è scollegare l’occhio dell’osservatore, combattendo gli automatismi di visione della realtà. Fargli abbandonare qualsiasi tentativo di lettura della forma al di qua della soglia razionale, per aprirlo alla pura percezione. Coinvolgerlo nella rivelazione di una dimensione metafisica attraverso uno sguardo attivo al di là della soglia razionale.
Sospensione e vuoto sono elementi centrali della mia creazione.
Sono arrivato progressivamente ad una sintesi formale lavorando per sottrazione, cercando composizioni che tendessero all’essenza, ma sempre mantenendole legate ad un ritmo e una vitalità di oggetti reali.
Nella staticità della forma cerco equilibri asimmetrici che spingano l’occhio a rimbalzare da un punto all’altro della composizione prima di oltrepassarla. Con un gioco di asimmetrie interne, cerco di mantenere un’ambivalenza sottile e vibrante, vitale, in bilico sulla soglia di un portale da varcare.
È la sospensione dell’istante nel quale si sta per compiere il primo passo di un viaggio dal fisico al metafisico, ma è all’osservatore che spetta  di compierlo in totale autonomia, senza nessun percorso tracciato.
Le Tensosculture vengono esposte sospese nello spazio per entrare in relazione diretta con l’ambiente circostante. Ogni opera ha un raggio d’azione e spesso sono concepite ad hoc per il luogo al quale sono destinate. Hanno un fronte e un retro come quinte teatrali. Lascio la possibilità allo spettatore di girarvi attorno, ma il rito essenziale è attraversarle con lo sguardo per accedere ad una dimensione spirituale.
Il mio processo creativo inizia camminando. In lunghe esplorazioni urbane e nella natura, raccolgo frammenti di oggetti, naturali e artificiali che hanno perso la loro funzione, li recupero, li suddivido per dimensioni, forme e colori.
Catalogo frammenti di memorie, di tempi lenti e di distanze. Faccio vivere questi elementi oltre loro stessi, emancipandoli dalla cornice del passato e liberandone il ritmo nascosto.
Questi elementi diventano punti focali delle mie composizioni, sospesi in telai che racchiudono uno spazio di transizione.
Disegno nel vuoto tendendo fili e cordini di spessori e colori diversi. Le composizioni sono costruzioni sottili nelle quali l’equilibrio delle forme dipende direttamente dall’equilibrio statico dei legami tra gli elementi aggrappati ai telai, come avviene per la tela del ragno.
Attraverso le Tensosculture propongo la possibilità di una rivelazione che si sottrae alle normali categorie di pensiero.

 

ARTICOLATE BREVITÀ di Francesca Apruzzese

Quando mi alzai e presi a camminare, potei farlo del tutto normalmente, senza falsare i contorni degli oggetti. Lo spazio era sempre là, ma aveva cessato di predominare. La mente si interessava, soprattutto non di misure e collocazioni, ma di essere e significato. E con l’indifferenza per lo spazio venne una indifferenza ancora più completa per il tempo.

 

Le Porte della Percezione, 1954  di Aldous Huxley

Alle soglie dello sguardo: tempo, spazio, vuoto, ritmo. Questi gli elementi su cui lavora Alessandro.
I telai di Lonati sono superfici che si sviluppano in profondità, realtà spaziali tangibili dove ha inizio una nuova grammatica delle cose. Se la forma quadrata rimanda alla classicità e alla tradizione occidentale di proporzioni, l’alfabeto al suo interno crea una sintassi fatta di memorie in equilibrio e possibilità inespresse. Gli elementi che diventano interpreti privilegiati dell’alfabeto dell’artista sono frutto di ritrovamenti urbani, di memorie, di tempi lenti e di distanze. Distanze che vengono accentuate e intensificate in accostamenti acuti, inattesi e ricercati.
Come attimi di vitalità sospesa, Lonati fa vivere questi elementi oltre se stessi, emancipandoli dalla cornice del passato e liberandone le possibilità negate, il significato non ancora espresso e il ritmo nascosto.
Custode di questo modus operandi, Alessandro reinventa un ordine nuovo dove ogni elemento, in unione ed armonia con altri, rappresenta scandagli di realtà resi possibili dall’accostamento dell’artista e dallo sguardo di chi osserva.
Senza un vero e proprio inizio né fine, queste annunciazioni esigono da chi guarda tutto quel patrimonio di disponibilità che occorre per liberarsi dall’oggettività della forma e dalla concezione di ritmo, inteso come cadenza e ripetizione.
Parafrasando François Cheng, il ritmo è una forma di esistenza sorpresa, esso non si svolge nel tempo e nello spazio, ma genera il proprio spazio-tempo.
Quel ritorno periodico dello stesso, la cadenza, costituisce la negazione assoluta della creazione di un’imprevedibile e irriducibile novità di cui il ritmo rappresenta l’evento-avvento . Questo ritmo non è qualcosa che si può avere davanti a sé, non appartiene al dominio dell’avere ma alla dimensione dell’essere. “Noi siamo in presenza del ritmo. Presenti a esso ci scopriamo presenti a noi stessi.”1 Ecco perché le opere di Lonati sono spazi in potenza che prevedono lo sguardo attivo, curioso e attento, di chi osserva.
Le tensosculture ci costringono a combattere gli automatismi di visione della realtà: in un gioco di pieni e di vuoti, l’occhio viene catturato e sorpreso nel suo processo percettivo, fino al momento in cui si produce lo scatto della coscienza.
Restringendo il campo di visione a pochi elementi, l’artista mette in risalto il vuoto che ne modula la visione e stabilisce un rapporto armonico fra i diversi soggetti.
Lo spazio vuoto tra due elementi è la distanza che rende possibile e scandisce il ritmo dell’intera struttura: a zone di intensità continua corrispondono zone di silenzio assoluto. Ed è proprio l’esperienza di questo vuoto e di questa apertura , che trova nelle opere di Lonati una modalità esemplare del proprio accadere: attraverso le tensosculture si manifesta la possibilità di un ascolto, di una comunicazione e di una rivelazione che si sottrae alle normali categorie di pensiero.
Se da un lato le opere non smettono di sollecitare le nostre convinzioni e le nostre reazioni, dall’altro non fanno che mostrare il lato più intimo dell’artista, invitandoci all’ascolto, alla lentezza, al ritrovamento.

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