Fabrizio Bellanca Fab

Italia


Fabrizio Bellanca è nato a Roma nel 1968. Ha frequentato il liceo artistico della città G. Terragni diplomandosi nel 1987. Successivamente ha conseguito il diploma di Grafico pubblicitario presso l’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano nel 1991. Il primo approccio con l’arte avviene già nel 1989, dove si accosta alla tecnica dei graffiti metropolitani e del Writing, intervenendo sulla tela con colori forti e forme geometriche astratte. Bellanca ama sperimen... [Continua a leggere]

Atelier di Fabrizio Bellanca Fab


Informazioni su Fabrizio Bellanca Fab


Fabrizio Bellanca è nato a Roma nel 1968. Ha frequentato il liceo artistico della città G. Terragni diplomandosi nel 1987. Successivamente ha conseguito il diploma di Grafico pubblicitario presso l’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano nel 1991. Il primo approccio con l’arte avviene già nel 1989, dove si accosta alla tecnica dei graffiti metropolitani e del Writing, intervenendo sulla tela con colori forti e forme geometriche astratte. Bellanca ama sperimentare, utilizzare nuovi materiali, ed introduce nelle sue opere la resina applicata a gocce, che conferisce una effetto lucidissimo, bagnato, che esalta i colori.

Sul finire degli anni novanta l’artista si accosta all’action painting, che realizza ad olio su superfici materiche. Le sue opere spaziano dal figurativo all’astratto, in una continua ricerca di nuove tecniche e forme espressive. Ma la vera rivoluzione avviene nel 2004, quando Bellanca “scopre” l’acciaio in lastre; agisce su questo materiale con il Dremel, un mini trapano che utilizza punte in pietra e diamantate, che creano un sorprendente effetto simile a quello del tratto di una matita.

I soggetti sono persone, luoghi, edifici, quasi sempre in grande formato.E la sperimentazione ancora una volta non si ferma, si spinge fino alla musica; accompagnato dal gruppo Blue Silk, realizza performances artistico musicali in cui il suono del trapano che incide l’acciaio, accompagnato da arpa e chitarra elettrica, diventa una melodia. L’artista continua fino ad oggi ad operare sull’acciaio, e su un altro metallo, l’alluminio, sul quale opera con colori da stampa in sovrapposizione a colori per vetro e Letraset.

Fabrizio Bellanca vive e lavora a Como, dove è titolare dell’agenzia di grafica pubblicitaria “Fab”, che si occupa della realizzazione di immagine aziendale, editoria e siti web.

 

 

2020

- Artresti domiciliari / Contagio leale - Mostra progetto di 7 artisti  - Spazio Art Company Como

- Collaborazione con Axrt Gallery Avellino opere in permanenza

2019 

- Interference - Mostra internazionale - San Pietro in Atrio a cura di Roberta Gonella  - Como

- ” Virtualoid – Jump Back in the Future ” – Personale – Torino – Galleria Paola Meliga

2018

- Virtual VS Real LOVE Bi-personale con Marcello Grassi presso IAGA Gallery – Cluj Napoca – Romania

- Opere in permanenza presso Galleria Urban Art – Tourrettes sur Loup – France 

- Vision Urbaines/ Urban Visions Bi-personale con Pietro Bellanca – Espace Rose de Mai – La Colle sur Loup – France

- “Ragione e Sentimento” – Collettiva  – Catalogo – Lenno (CO)

2017

- Virtualoid/Soulscape – Personale presso “The Art Company” – Como – Video

- Gallery sweet Gallery “#naturaistantanea”  partecipazione con Roberta Marone con una installazione specific site – Catalogo a cura di Elena Isella

2016

- Anime urbane – Bi-personale con Marcella Chirico – Villa Sormani – Mariano Comense ( Co) – Catalogo

- Partecipazione alla Berlin Maker Faire – 30 settembre/1 ottobre Berlino – Germania

2015

- Personale “YOUrban Soul / Anima Urbana” a cura di Elena Isella – Ex Chiesa di San PIetro in Atrio, Como – Catalogo e Video

Progetto “Open artelier”First Edition – 34 atelier open from 1st may to 31st october in Como – Map realized in 55.000 copies- Project, concept and realization by Fabrizio Bellanca. Patrocinio di Padiglione Italia Expo 2015, Sistema Como, Canto della Terra, lago di Como.

2014

- Urbanscapes – Blendage Gallery – Como

- Affordable Art Fair – Singapore 20/23 Nov 2014 – Villa del Arte Gallery Barcelona

- Asia Contemporary Art Fair – Hong Kong oct 2014 – Amstel Gallery London

2013

- Boston – Como “Boston-Como More than an Art Exchange” 18luglio/18 agosto 2013 – Broletto/ San Pietro in atrio/ Spazio Natta/ Camera di Commercio/ Galleria Lopez/ Galleria Lietti – Como

- Catalogo. A cura di James Hull e Carolina Lio

- Galerie Angle3 – Quimper  (France)

- The Beat Goes On – Collettiva- Centro Congressi Medioevo – Olgiate Comasco

- Collettiva “7 Seven -Lussuria-(LUXURY) 25 maggio al 30 giugno – Ex Convento dei Francescani Neri – Specchia (Lecce)

2012 

- Urbanscapes in Venice – Venezia 30 maggio/28 giugno – catalogo

- Collettiva “7 Seven -Avarizia”-Museo Arcos  Benevento

- fino al 28 febbraio – 54° Biennale di Venezia – Torino – Palazzo delle Esposizioni a cura di Vittorio Sgarbi – Catalogo

2011 

- 54° Biennale di Venezia – Torino – Palazzo delle Esposizioni a cura di Vittorio Sgarbi – Collettiva 7 Seven -Superbia (PRIDE) Museo Arcos Benevento – Catalogo

- “Imaginafiera” Reggio Emilia con Amstel Gallery

- ”Boston Vienna 2ways” Collettiva – Boston (USA) – Laconia Gallery

- “NY 13 x 13 “ Bellanca/Galvano – Collettiva – Ponte Tresa (Svizzera)

- Collettiva “7 Seven – L’accidia (SLOTH)”  Villa Vannucchi – San Giorgio a Cremano (NA) – a cura di Roberto Ronca – catalogo

- “URBANSCAPES”  – testi a cura di Luigi Cavadini – Wien (Austria)– Area53 Gallery

- Grand Opening AMSTEL GALLERY London

- ArteCremona Fiera 26-28 febbraio – Galleria AMSTEL GALLERY

- BAF – Bergamo arte Fiera 14-17  gennaio  – Galleria AMSTEL GALLERY

- Collettiva “7 Seven” Villa Vannucchi – San Giorgio a Cremano (NA) – a cura di Roberto Ronca – catalogo

2010

- Collettiva HUMAN RIGHTS – a cura di Roberto Ronca – Rovereto (TN)

- Collettiva  “Tie ART”  Spazio Fitzcarraldo – Milano–

- “All ALuminium Art” – galleria IL TRAMITE – Como – Catalogo

2009 

- Passo Carrabile – a cura di Julia Allerstorfer – Wien – Area53 Gallery “

- “Tie ART” progetto pubblico per Como

- Collettiva “Architettura e stati d’animo – a cura di Luigi Cavadini – Villa Imbonati – Cavallasca (Como)

 - “Le stanze dell’Arte” caserme de Cristoforis  – Como

2008 

- Collettiva con il gruppo quartodecimo “Expo-2”  – Villa Imbonati – Cavallasca (Como)

- Mostra Personale in San Pietro in Atrio- “Riflessioni dell’Anima” 1-15 Agosto 2008 – Como / realizzazione della stessa su piattaforma virtuale “Second life” in contemporanea

- Performance con i Blue Silk – Guitar Master Festival – Galliate (NO)

- Collettiva “IstantaneaMente” con il gruppo “Quartodecimo” presso “Ex-Ateneo” – Bergamo

- Personale “Centro Russo Ecumenico” – Marzo 2008  – Roma

- diverse Personali e Collettive realizzate su “Second Life” in diverse gallerie virtuali

- Performance “Fab2-the last two” Viaggi Onirici Lievemente Organizzati – Roma

- Collettiva  “Revolver”  presso Centro Diurno del San Anna – Como

2007 

- Collettiva “DIN DON D’ARTE”  – Galbiate  (LC)

- Collettiva “linguaggi contemporanei” – Cesano maderno MI

 - Collettiva “Obsession o…”  Centro Diurno del San Anna Como

- Personali realizzate su “Second Life” in diverse gallerie virtuali: “ Double face”,  “Okkupazione artistica” “Ticosa 2006

 Collettiva presso “Max Trezzi Arte” Lissone – Milano

2006

- Performance con i blue silk “Contemporanea IV” como

- Personale presso “Spazio ESP” Como – Catalogo in Galleria – performance con i blue silk – Ligornetto – Svizzera – MUSEO VELA

2005 

- Performances con i Blue Silk “ARTISTI MISTI” – Monza

- Personale “Ex Ateneo” Bergamo Alta – Catalogo in Mostra

2004 

- Mostra Collettiva – Palazzo Cesi – Acquasparta – Terni

- Mostra Collettiva – Fondazione Castellini

- Mostra Collettiva – Galleria Kamaver Kunsthaus – Lecco – “NEO ICONICA” – catalogo in galleria

2003 

- Mostra personale in San Pietro in Atrio- “98/03 rewind/fast forward” Como

- Mostra personale Galleria Lopez – Como

- Partecipazione alla 2° Biennale di Tashkent – Uzbekistan

- Mostra Collettiva – Ontinyent – Valençia – Spagna

- Realizzazione Tondo per “Collezione Duilio Zanni”, esposta presso Broletto

2001 

- Mostra personale presso “Marcellus Club” Circolo Culturale Asso – Como

- Mostra personale presso “031” Pub Artistico – Como

1998 

- Partecipazione rassegna internazionale “Miniartextil ‘98”

- Mostra col gruppo “Nova Configurazione” presso San Pietro in Atrio “Amor Sacro Amor profano puttiniputtanepuntinipuntini” giugno-luglio 98

- Partecipazione al Concorso Internazionale per la progettazione di un manifesto per la Lega Italiana Lotta Contro i Tumori, Mantova – Palazzo Ducale (aprile 98) – Esposizione personale nell’ambito della manifestazione, all’interno del Palazzo Ducale – Mantova

1997 

- Partecipazione alla Rassegna internazionale “Miniartextil ‘97”

- Rassegna artistica con il gruppo “Nova Configurazione” Pro-Vocation, Provocazione per Vocazione presso il Chiostro di S. Maria- Cantù (Co)

1995 

- Personale presso Chiostrino di S. Eufemia- Como “Rassegna Artegiovane ‘95”

- Personale presso l’Associazione ludico-culturale ”Baratelli”- Cantù (Co)

 

 

2015 - Yourban Soul. Elogio della città di Elena Isella (Agosto 2015)


Si ha bisogno del giardino, della gita fuoriporta, della seconda casa, dell’orto, dell’aria più leggera… tutto nell’ottica di fuggire dalla metropoli. Vero, ma la Grande Città sembra ancora essere necessaria. Le Corbusier la definiva “il luogo di contatto degli elementi attivi del mondo” (Urbanistica, 1925), già perché gli scambi, i confronti, le sollecitazioni che possono nascere nelle metropoli sono senz’altro esperienze che formano e modellano una personalità.
Le grandi città che ama Fabrizio Bellanca sono, tra le altre, New York, Boston, Londra, Barcellona, Milano che vengono osservate, prima dall’occhio del fotografo, e poi da quello dell’artista. I lavori di Bellanca, dalla prassi esecutiva che ha le proprie radici nel mondo della produzione tipografica e della grafica pubblicitaria, sanno infatti agevolmente muoversi tra la fotografia e la pittura, creando una loro netta identità. La città contemporanea, soprattutto metropolitana, i suoi scorci, le sue architetture e le persone che la vivono sono protagonisti assoluti delle sue opere. La loro forza sta in particolare nella capacità di sintonizzarsi perfettamente con lo sguardo dell’osservatore, qualsiasi sia la sua storia, il suo trascorso, la sua esperienza visiva: l’immediatezza della comunicazione è la carta vincente delle opere di Bellanca. Le forme, le sovrapposizioni, gli incastri e di conseguenza i movimenti che ne scaturiscono creano una partitura interessante della composizione, che raggiunge effetti sorprendenti e di grande impatto soprattutto nelle tavole con pochi colori o addirittura completamente prive di cromatismo, in cui la resa del soggetto è tutta giocata nel rapporto tra bianco e argento, positivo e negativo.
Italo Calvino racconta così la città immaginaria di Zora: “città che chi l’ha vista una volta non può più dimenticare. Ma non perché essa lasci come altre città memorabili un’immagine fuor del comune nei ricordi. Zora ha la proprietà di restare nella memoria punto per punto, nella successione delle vie, e delle case lungo le vie, e delle porte e delle finestre nelle case, pur non mostrando in esse bellezze o rarità particolari. Il suo segreto è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale nella quale non si può cambiare o spostare nessuna nota” (Le città invisibili, 1972). La partitura è il segreto di Zora, come lo è delle città di Bellanca.

2012 IL MOndo: Emozioni e architettura di Luigi Cavadini

Non so se Fabrizio Bellanca abbia mai fatto parte delle bande dei graffitisti, ma non mi meraviglierebbe una sua esperienza sui muri della nostra o di altre città. Dai modi di costruire l’immagine propri di quella stagione – ormai superata – l’artista ha tratto spunti per la sua originale proposta pittorica.
Non senza guardarsi indietro. E giungere a concentrare la sua attenzione sulle esperienze e le acquisizioni della pop-art ma soprattutto sulle invenzioni di Andy Warhol, maestro che ha superato la pittura pur rimanendoci pienamente dentro, che ha innovato senza inventare nulla e ha impresso così una nuova sterzata alla narrazione dell’arte.

Interessanti sono in prima istanza materiali e supporti della sua pittura: al posto della tela Fab utilizza le lastre in alluminio, già usate in tipografia e riciclate qui dopo l’uso per la stampa; come colori i particolari inchiostri da stampa offset, densi ma trasparenti nello stesso tempo; e in aggiunta i trasferibili Letraset (lettere dell’alfabeto, numeri e pittogrammi) particolarmente usati in passato da grafici e studi di architettura.

Con questi strumenti affronta i due percorsi preferiti della sua ricerca: le architetture e le persone. Negli edifici va a cercare il genio dell’architetto, la costruzione che ha in sé uno spirito innovativo e che, da sola, è in grado di parlare, per l’articolazione delle superfici, per la gestione dei pieni e dei vuoti, per la poesia di cui è permeata. E qui “gioca con i colori” che definiscono l’immagine e spesso la assolutizzano, spiazzandola da ogni luogo, valorizzandola per quello che è e non per lo spazio in cui è inserita. Nella gente che incontra trova poi le sollecitazioni per un ritratto che viva di una schematizzazione, in cui la figura non è mai tradita, ma piuttosto indagata e resa ancora più singolare. Letta e ricostruita spesso per superfici – quasi carta topografica costruita per curve di livello – la figura vibra e nella sua inconsistenza (o, a volte, all’opposto, nella sua assoluta fisicità) riesce ad essere più viva e intrigante del soggetto cui si riferisce.
Il “disegno” fatto di spatolate di colore, attente e controllate, definisce dei reticoli, ora larghi, ora densi, che lasciano agli spazi liberi dal colore la funzione descrittivo-narrativa. Le presenze in apparenza estranee di lettere, numeri e parole, aggiungono, pur mantenendosi astratte, voce a voce, facendosi colore allo stesso modo di come il colore si fa parola, in un rimando interessante che esce però da schemi già frequentati.
Le immagini ottenute risultano a volte così composite che avrebbero potuto perdersi. Ma in fondo, ad una considerazione attenta, ci si accorge che Bellanca, affida ai colori tipografici la stessa funzione assegnata dagli acquerellisti ai colori ad acqua. L’immagine si costituisce pian piano, per riserva, andandosi a connotare, in modo sorprendente, anziché con i pieni, con i vuoti di colore, attraverso quelle parti delle superfici di alluminio che rimangono pulite, forti solo della propria materia e di quella specchiatura che riesce a rendere, sollecitata dalle parti in colore, il valore plastico ora di un’architettura ora di un volto, ora di un corpo.

Che dire dei temi che spaziano attraverso il mondo, da Como a Boston, a New York? Sono il segno di una globalità che rende tutto uguale, ma anche decisamente altro, che prende l’artista in modi diversi (si vedano i diversi approcci all’immagine) sottolineandone una volta di più quella libertà che gli consente di rispondere – in autonomia anche da se stesso – alle suggestioni e agli stimoli del tempo che sta vivendo.

2011 Boston di Giuseppe Pastorelli (Console Generale d'Italia a Boston )

In un’epoca in cui l’arte oltrepassa i confini nazionali e in cui gli artisti diventano cosmopoliti esploratori di culture, e` un piacere sapere che l’ideatore della mostra “Boston-Vienna 2ways” e` l’italiano Fabrizio Bellanca. Questo viaggio di andata e ritorno nell’arte contemporanea bostoniana e viennese, e` uno scambio tra Stati Uniti ed Europa che permette di riflettere sudiverse identita` e patrimoni culturali.

Bellanca rappresenta il volto dell’Italia sperimentatrice ed aperta al mondo. Molti quadri ritraggono citta` come Boston, New York o Vienna ed e` proprio dalla concretezza delle loro architetture o dalle fisionomie delle persone incontrate che l’autore trae ispirazione artistica. Bellanca sperimenta l’accostamento fra arte e informatica e nelle sue opere, tra vuoti dai riflessi metallici e spatolate di colore, la consistenza della realta` emerge in modo nuovo.

Il Consolato d’Italia a Boston sostiene questo progetto con l’auspicio che l’arte contemporanea italiana sia sempre piu` presente nello scenario internazionale e partecipi o si faccia promotrice di nuove iniziative per rafforzare ulteriormente l’immagine dinamica ed innovativa del nostro Paese. Spero dunque che il pubblico apprezzera` i contenuti della mostra e colgo l’occasione per salutare con calore gli artisti che vi partecipano.

 

 

 

 

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