Lillo Messina

Italia


Nasce il 19 gennaio del 1941 a Messina e trascorre la sua infanzia e la sua giovinezza in una frazione situata proprio sulla spiaggia Paradiso. Il legame con il mare, la cui presenza era così fisica e forte, è stato reso ancor più intenso dalla tradizione famigliare: il nonno, il padre e gli zii, erano tutti uomini di mare. Nella stessa città inizia gli studi artistici presso l 'Istituto d'Arte, proseguiti poi a Reggio Calabria. Nel 1961 si trasferisce a Roma per frequentare l'Accademia di Belle... [Continua a leggere]

Atelier di Lillo Messina


Informazioni su Lillo Messina


Lillo Messina nasce il 19 gennaio del 1941 a Messina e trascorre la sua infanzia e la sua giovinezza in una frazione situata proprio sulla spiaggia Paradiso. Il legame con il mare, la cui presenza era così fisica e forte, è stato reso ancor più intenso dalla tradizione famigliare: il nonno, il padre e gli zii, erano tutti uomini di mare. Nella stessa città inizia gli studi artistici presso l 'Istituto d'Arte, proseguiti poi a Reggio Calabria.

Nel 1961 si trasferisce a Roma per frequentare l'Accademia di Belle Arti seguendo l'indirizzo in Pittura e avendo come insegnanti, dapprima Pippo Rizzo e in seguito Mino Maccari. Parallelamente agli studi accademici, inizia la sua ricerca artistica. Sono i primi quadri romani, riconducibili ad un frammentarismo di campiture, paesaggi, figure, scene urbane, nature morte, dove la luce penetra nell'immagine sfocando i contorni nella forma e nel colore.

Nel 1964 tiene la sua prima personale, Presso la Galleria San Marco di Roma,  il cui testo critico del catalogo è presentato da Renato Civello che coglie in modo diretto ed immediato il significato di queste prime opere. 

Nel 1965 partecipa al Palazzo delle Esposizioni di Roma alla V Rassegna di Arte Figurativa di Roma e Lazio curata da Durbè, Ferrari e Menna .

Nel 1967 prende parte alla II Rassegna Nazionale di Arte Figurativa - Il Lavoro Italiano - Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Nel 1969 inizia una lunga serie di mostre personali che lo portano in varie città italiane. Si apre per Messina un nuovo ciclo pittorico. Sono le Cattedrali Nere, i Totem, gli Specchi Magici. Nella presentazione al catalogo per la mostra tenuta alla Galleria d'Arte Moderna di Grosseto, Ugo Attardi scrive: "[...] accorrere e gridare che ci riporta appunto alla lotta, ci dice di un destino pieno d'affanni e si intuisce il trascorrere del tempo, il mutare della materia e dello spirito. E tutto accade e si raffigura contro e sotto un cielo senza limiti antico e futuro: idea-immagine: sentimento di grandezza, di certezza e delusione". E ancora di Genova nello stesso catalogo: "dal Medio Evo in poi la pittura combatte contro i mostri. Dapprima contro i condizionatori mostri della coscienza, poi anche contro gli oppressori mostri della società. Grosso modo i binari su cui procede questa lotta corrono da un lato da Bosch a Ernst, dall'altro da Goya a Picasso. La pittura di Lillo  procede proprio in questa direzione, ma si riallaccia alla lotta contro mostri interiori più che a quella sgorgata dall'Illuminismo contro i mostri costituiti del potere politico, religioso,economico. Non è quindi contro il sonno della ragione generatore di mostri che Messina intende lottare, ma contro quei mostri che albergano nel profondo dell'io, atavici residui di un Medio Evo duro a scomparire a livello della coscienza. È quindi Hieronymus Bosch la radice lontana della pittura di Messina". Nello stesso anno partecipa alla V Rassegna Nazionale di  Arte Figurativa: Il Lavoro Italiano; nuovamente al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Nel 1972 Personale alla Galleria Il Molino di Roma, a cui segue una alla Galleria Valguarnera di Bagheria e infine un'altra personale a Catania nella Galleria Il Punto. Le opere di questo periodo sono di un surrealismo disperato attenuato dalla tradizione grafica ed è giusto che sia così data l'età dell'artista che non gli consente ancora di mettere bene a fuoco il sentimento odio-amore verso il mondo. È per questo che i mostri di Messina ora hanno qualcosa d'ironico che libera il fruitore dell'angoscia del primo contatto. Evidentemente, l'artista siciliano, lontano dalla sua terra ha cozzato contro l'aspetto più deleterio della civiltà tecnologia. Ne è rimasto incenerito. Se avesse dipinto i tramonti rossi di Sicilia, le montagne colorate da costoni di ginestre, avrebbe usato gli stessi passaggi cromatici che oggi utilizza per rendere fulminea l'ansia che l'opprime.

Nel 1973 espone a La Nuova Pesa di Roma, prestigiosa Galleria degli anni sessanta. E' una mostra ricca di opere di grandi dimensioni basate sul tema dell'ecologia. Fra esse, di particolare richiamo e inquietudine, un retablo costituito da nove quadri di cm. 50x70, legati uno all'altro e, tranne quello centrale, rappresentanti un unico soggetto: nell'iconografia proposta l'essere vivente, i cui segmenti combaciano con i prodotti del più asettico design ha ancora natura umana, ma è già marcato in modo irrimediabile da una serie di mutazioni imposte dall'ambiente. Una sorta di continuazione del discorso del poltronuomo propostici da Alberto Savinio, lo spettacolo cioè di una forma e di una sostanza acquisita da esseri divenuti monumenti a loro stessi, immedesimati con gambe e braccia nel domestico piedistallo di una sia pur maestosa poltrona di quegli anni. Nel retablo di Messina l'uomo-individuo si rilascia, si stende, come obbedendo ad un dovere secondo un rituale sempre più rigido, anche se invogliante. Deve pensare di essere l'individuo meglio rilasciato, nella migliore poltrona, del migliore alloggio, dinnanzi al più fascinoso schermo colorato su cui, per il suo non pensare, passano vaghissime immagini di mondi remoti. E tuttavia nel fondo, egli sa che nella stessa casa, in quella accanto, nell'altro capo della città o del globo, un altro essere, milioni di altri, si allungano su uguali poltrone, dinnanzi ad uguali schermi, di cui muta solo l'effimero colore.

Oltre a varie mostre in diverse città italiane, nel 1974,  espone per la prima volta allaBedford House Gallery di Londra. Recensisce la mostra Max Wykes-Joycesull'International Herald Tribune. Partecipa, in seguito, alla Mostra "Giornate Italiane a Mosca e nell'URSS".

Nel 1975 viene invitato dal critico Giorgio Seveso in collaborazione con la Galleria Ciovasso di Milano alla Mostra "Trent'anni dopo -Pittori italiani per laResistenza". Giorgio di Genova inserisce l'opera di Messina nel volume "Le realtà del Fantastico, L'Arte in Italia dal Dopoguerra ad Oggi", EditoriRiuniti. Nello stesso anno partecipa con tre opere di grandi dimensioni alla X Quadriennale d'Arte di Roma al Palazzo delle Esposizioni.

Il 1976 è un anno particolarmente attivo e ricco di personali tenute a Lamezia Terme, Livorno, Mantova, Roncoferraro (MN), Parma, Milano e infine per la seconda volta a Londra. 

Dopo aver esposto a Bologna, presso la Galleria San Paolo e successivamente a Roma presso la Galleria il Grifo nel 1979 inizia un altro intenso periodo di confronto con numerose personali tenute in altrettante città fra cui ancora Bologna, Cosenza, Reggio Calabria e Città di Castello. La sua personalità artistica è chiaramente matura, attraverso il colore che sottolinea con la sua sensuale incisività l'imponenza della forma, essendo l'unica voce di questa, i simboli dell'universo di Messina sono allo stesso tempo tanto calmi, quanto inquietanti.

Nel 1983 gli viene commissionata un'opera per il Gasdotto Transmediterraneo la cui illustrazione viene pubblicata sulla rivista "Ecos" a cura dell'ENI. Il mare, già presente nelle sue opere sin dalla metà degli anni settanta, diventa sempre più forte come elemento narrativo. È soprattutto elemento poetico che scioglie l'artista dal legame con la precedente simbologia di carattere surrealista, come Messina dipingeva a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Un surrealismo che, attraverso un suo personale codice, lo aveva portato a raccontare tra una sorta di bizzaria ed un'esasperazione che non lasciava mai posto, però, al caos emotivo. È in modo sempre più evidente che il mare muove i fili della sua pittura come se lo esortasse,sempre più intensamente, a spingere l'occhio e la mano oltre, per cercare e trovare chissà quale stato d'animo, quale immagine o quale pezzo mancante. Ed è il mare adesso, il protagonista assoluto.

Nel 1989 partecipa alla Rassegna "Presenze Siciliane" al Complesso Monumentale San Michele a Ripa in Roma a cura di Claudio Strinati, Sergio Rossi e Gianfranco Proietti. La Galleria La Gradiva di Roma ospita una sua personale dal titolo "In Viaggio con Ulisse". Sono opere prevalentemente di grandi dimensioni, un'avventura dolcissima tra metafora e realtà. È attraverso la simbologia di questa figura mitologica che l'artista si esprime. Ma è una mitologia che trascende la mitologia stessa, intesa cioè in senso classico. È una mitologia del quotidiano dove "l'eroismo parte dal reale che ci costringe". "[...] Eroico perciò è il dubbio che martella nell'anima, la sfinge di sempre, l'impossibilità di riconnettere l'economia del visibile, non importa se familiare o eterodossa, ai preordinati congegni del mistero cosmico", come lo stesso Civello scrive nel catalogo. E qui l'eroe di Omero e quello di Dante si identificano con l'Ulisse di Joyce. L'eterno vagare per tornare alla propria terra, la sete di conoscere che spinge oltre, diventano il vagare dentro se stessi per cercare una verità, isola-boa, che giustifichi il nostro essere quotidiano. Tutto questo attraverso immagini pittoriche che tecnicamente, con una più approfondita lettura non possono esser considerate solo appartenenti ad un discorso di iperrealismo.

Nel 1992 la Galleria Cà d'Oro invita l'artista al IV Salone d'Arte Moderna eContemporanea "Arte Roma '92" per la realizzazione di una delle Wunderkammer, chiamata "Il mare nella stanza", che in seguito sarà esposta nelle sale della galleria stessa. Il pittore realizza alcune operea ppositamente create per un ambiente, un curioso e raffinato gioco tra oggetti di metallurgia marinaresca (oblò, maniglioni, radance) ed immagini pittoriche. Attraverso questa sorta di osmosi si instaura un rapporto particolare tra le opere ed il fruitore dove il gioco tridimensionale assume lo spessore di qualcosa di vivo e reale grazie al recupero di questi elementi e del loro vissuto. Ed è chiaro anche, la voce stessa dell'artista che sul catalogo presenta un proprio componimento poetico lo afferma, cosa sia l'isola-boa, cosa rappresenti. È un approdo, una possibilità di riscatto "lungo la rotta tracciata dalla mente per cancellare il grigio e le paure".

1993 Indubbiamente la precedente personale di Lillo Messina ha rappresentato uno scatto in avanti dell'artista nella sua ricerca. L'impatto con l'accelerazione cromatica è forte ma questa non segna una rottura con il suo passato artistico. Ne rende evidente invece il filo conduttore. Se gli inizi erano segnati dal "cantare col colore sulla riluttanza delle forme", ora questa riluttanza diventa altra forma a cui,come tutte le forme dell'immaginazione, corrisponde un'accelerazione emotiva che in uno spazio libero dalle rassicuranti coordinate della nostra realtà, trova continuo respiro e non sgomenta. Un'accelerazione anche intellettuale che, se dapprima sembra cercare il vero, poi comprende che il proprio vero, come dichiara Strinati, è la verità della visione.

Nel 1994 espone alla M.G.P. Arte Contemporanea nel cui spazio viene introdotta dal coreografo Atha Atziioannoy una performance di danza in cui ogni danzatore-isola, realizzata sul costume dall'artista stesso, cerca la propria forma e il proprio colore attraverso una ricerca gestuale che scompone e ricompone gli equilibri e le simmetrie spaziali delle sue opere.

Nel 1998, dopo aver esposto a Roma nel Museo del Risorgimento per la rassegna "L'isola dipinta-Sicilia cinquant'anni di Natura e Paesaggi" curata da Aldo Gerbino, il Comune di Piombino, in collaborazione con il Centro di Iniziativa per le attività culturali, organizza una sua mostra nelle sale di Palazzo Appiani dal titolo "Mare 'oltre' mare" con circa 50 opere prevalentemente di grandi dimensioni. 

Nel 2003 espone a Montesilvano, presso le sale del Palazzo dei Congressi, una mostra dal titolo "Mirabilis Insula Picta", pittura isola delle meraviglie. Ed è l'accentuarsi dello stupore, dell'attimo di sospensione nell'incontro con il quadro, della sensazione fisica del muoversi da un'isola a un'altra come se si fosse in volo, posandosi di tanto in tanto. Un volo calmo e silenzioso. L'impatto con il lavoro di Messina è prima di tutto fisico e poi intellettuale. Con il rigore e la nitidezza delle immagini ci racconta la sua necessità di continuare a cercare la sua isola che non ha ancora trovato e che sicuramente non vuole trovare; l'isola del desiderio è l'isola che non deve essere. E' palesemente una pittura che si snoda come un viaggio, ma se si parte per tornare, ciò che significa ritorno per lui è il riappropriarsi di certezze che si avevano prima di partire filtrate dall'esperienza. Ora l'artista osa di più nell'impaginazione del quadro, come confermano anche le seguenti mostre a Roma nel 2004 e Castrovillari nel 2005.
E' concentrata sul particolare piuttosto che sull'intero, focalizzandolo vuole suggerire qualcosa oltre la tela, si perdono le forme di facile individuazione e l'isola diviene ancora più astrazione. Il lato cromatico è nuovo, come gli aranci e i viola ad esempio, e i colori sono a vasta campitura, per dare, forse, più respiro, forza e slancio a questo viaggio infinito.

 

1964

- Roma Galleria S.Marco

1968

- Colonnata (FI) Galleria La Soffitta

- Firenze Galleria La Zattera

1969

- Grosseto Galleria d'Arte Moderna

- Messina Galleria Settanta

- Bari Galleria La Bussola

1970

- Milano Galleria Ciovasso

- Cagliari Galleria l'Oblò

- Brescia Galleria Schreiber

- Colonnata (FI) Galleria La Soffitta

1971

- Grosseto Galleria Il Tridente

- Piombino Circolo Italsider

1972

- Catania Galleria Il Punto

- Bagheria (PA) Galleria Valguarnera

- Roma Galleria Molino

- Milano Galleria Ciovasso

1973

- Roma Galleria La Nuova Pesa

- Ladispoli (RM) Studio d'Arte Margutta

1974

- Cosenza Galleria KB

- Bari David Galleries

- Londra Bedford House Gallery

- Grosseto Galleria Il Tridente

- Parma Galleria S.Chiara

1975
- Bologna Galleria Il Portico

- Ostiglia (MN) Galleria l'Incontro

- Cosenza Galleria KB

1976

- Lamezia Terme (CZ) Galleria Esperia

- Livorno Galleria Il Cavallo

- Mantova Galleria Il Teatro Minimo

- Roncoferraro (MN) Galleria Il Quadrifoglio

- Parma Galleria S.Chiara

- Londra Bedford House Gallery

- Milano Galleria Ciovasso

1977

- Roma Galleria Il Grifo

- Palermo Centro d'Arte Condor

- Potenza Galleria La Colonnina

1978

- Cosenza Galleria KB

- Castrovillari (CS) Galleria Il Coscile

 

1979

- Bologna Galleria S.Paolo

- Roma Galleria Il Grifo

1981

- Bologna Galleria S.Paolo

- Cosenza Circolo Aziendale Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania

1982

- Reggio Calabria Galleria La Tela

1983

- Ctità di Castello (PG) Galleria Il Pozzo

1984

- Roma Galleria Il Logogramma

1985

- Cosenza Galleria Il Saggittario
- Teramo Galleria Mirò

1986

- Roma Galleria Il Logogramma

1988

- Alia (PA) Biblioteca Comunale

1989

- Roma Galleria La Gradiva

1992

- Roma Galleria Cà d'Oro
- Avezzano Galleria Il Caso

1993

- Roma Palazzo Braschi

1994

- Montelarco Morlupo (RM) Galleria M.G.P.

- Latina Galleria del Corso

1998

- Piombino (LI) Palazzo Appiani

1999

- Morlupo (RM) Galleria Comunale

- Rende (CS) Galleria KB Art

- Montesilvano (PE) Galleria Alhambra

- Ferrara Studio d'Arte Melotti

2002

- Roma Galleria Fidia (A.R.G.A.M.)

2003

- Bari Expo Arte - Galleria Il Tetto

- Montesilvano (PE) Palazzo dei Congressi

2004

- Roma Galleria L’Indicatore

2005

- Castrovillari (CS) Galleria Il Coscile
- Reggio Emilia Expo Art (Galleria KB Art)

2008

- Roma Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo

- Roma Galleria Camelù

2011

- Roma ”Tutte le latitudini possibili” Che Banca! - filiale di Roma, Salaria 280

MOSTRE COLLETTIVE

1965

- Roma V Rassegna Arte Figurativa di Roma e del Lazio

1967

- Roma II Rassegna Nazionale d'Arte Figurativa Il Lavoro Italiano

1968

- Roma Mostra Gemellaggio Roma-Napoli

1969

- Roma IV Rassegna Nazionale d'Arte Figurativa Il Lavoro Italiano

1971

- Grosseto Galleria Il Tridente "Dodici pittori per un'immagine dell'uomo"

- Capo d'Orlando XI Premio Nazionale di Pittura

- Torino Cento Pittori per il Socialismo

1973

- Suzzara Festival de l'Unità: Trent'anni non sono passati

1974

- Mosca Pittori Italiani a Mosca e nell'URSS

- Camigliatello (CS) Rassegna Incontri Silani

- Enna Rassegna Nazionale Città di Enna

1975

- Terzzano sul Naviglio

- Piombino "Trent'anni dopo" Pittori Italiani per la Resistenza

- Livorno Mostra l'Immagine Critica

- Roma X Quadriennale Nazionale d'Arte

- Tunisi Rassegna della grafica Italiana contemporanea Musee d'Art Vivant

1977

- Conegliano Veneto Sicilia in Arte Palazzo Comunale

1981

- Cosenza New Arcadia come Post-Avanguardia Ridotto del Teatro Rendano

- Daimante (CS) I Murali

1982

- Tunisi Rassegna della grafica Italiana contemporanea Musee d'Art Vivant

1985

- Nettuno (RM) Mostra Internazionale "La Pace nel Mondo"

1986

- Scandicci (FI) Omaggio a Dino Campana "Sulle orme della chimera"

- Rende (CS) Pittura nell'Area Meridionale Museo Civico

- Siena IV Biennale d'Arte Sacra Contemporanea Palazzo Pubblico Magazzini del Sale
- Roma Mostra Idea di Roma Galleria Trifalco

1987

- Sesto FiorentinoMarzabotto Voglia di pace - Autori contro la violenza

- Rossano (CS) Premio di Pittura "Le citta della Magna Graecia"

- Roma "Della Natura" Omaggio a Lucrezio - Galleria Trifalco

1988

- Tropea (CZ) "Mediterranea" II Rassegna d'Arte Contemporanea - Palazzo Brago

- Riposto (CT) I Rassegna di Pittura e Scultura nell'Area Mediterranea

- Sulmona (AQ) XV Premio Sulmona - Palazzo dell'Annunziata

- Modica (RG) "Ibla Mediterraneo" Premio Internazionale di Pittura e Grafica

1989

- Roma "Presenze Siciliane" Arte del XX secolo Complesso Monumentale S.Michele a Ripa

- Sulmona (AQ) XVI Premio Sulmona Palazzo dell'Annunziata

- Roma "Arte/Ambiente" (Collaborazione con la FAO, Organizzazioni delle Nazioni Unite, - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali) Museo del Risorgimento di Piazza Venezia

- S.Agata Militello (ME) II Premio Biennale d'Arte Contemporanea

- Roma Fuori Gioco: 39 Artisti e i Mondiali Accademia d'Egitto

- Ustica (PA) I Murali

- Roma L'Arte per l'Ecologia - Galleria Cà d'Oro

1991

- Trapani Sicilia: mito e realtà - Museo Pepoli

- Il Cairo Un Goal per Sigmund - Centre of Arts Akhanation Gallery "1" Zamalek

- Utsica (PA) I Murali

- Vneturina (LI) Etruria Arte

1992

- Erice (TP) Pittura nell'area meridionale - Palazzo Militare

- Capo d'Orlando (ME) Una città per l'Arte

- Roma IV Salone d'Arte Moderna e Contemporanea "Arte Roma '92" Palazzo dei         Congressi

- Utsica (PA) I Murali

1993

- Palermo Il folklore a Palermo

- Fregene (RM) V Mostra Internazionale di Scultura Contemporanea Terzo Millennio - - -     Pianeta Azzurro

1994

- Portoferraio (LI) L'isola dipinta

- New York Sicilia, terra d'arte - Galleria Spazio Italia

1995

- Venturina (LI) Etruria Arte

1996

- Roma l'Altra arte? Palazzo Barberini

- Venturina (LI) Etruria Arte

- Pavullo nel Frignano (MO) Umanesimo fantastico

1997

- Bologna Arte Fiera

- Venturina (LI) Etruria Arte

- Gala di Barcellona (ME) "Artisti per l'epicentro" III Rassegna Nazionale d'Arte

- Trapani "I guardatori delle acque" Palazzo Milo

- Roma L'Arte a Roma ex-Mattatoio

1998

- Roma L'isola dipinta - Sicilia ciquant'anni di Natura e Paesaggi - Museo del Risorgimento

- Montesilvano (PE) "Art'estate '98" con E. Benaglia, C. Benghi e S.Braido - Galleria     Alhambra

1999

- Isola delle Femmine (PA) Nella rotta di Plinio - equorei celesti dipinti - ex"Macello"

- Enna Dal nero del segno ai colori del sogno - Omaggio a 60 artisti siciliani a Fralcesco -   Lanza - Galleria Civica

2000

- Calci (PI) "Ex voto per il millennio" Museo Nazionale della Certosa
- Gruyeres (CH) En cent metamorphoses " La femme" - Centre International de l'Art   Fantastique
- Palermo - Icone del tempo sacro - Villa Magnisi.

2001

- Ricerche contemporanee - VI Rassegna Nazionale di Arti Visive " Pueri et Magistri".

2002

- Ciampino (RM) Luce materia spazio (sala consiliare)

- Piombino (LI) L'arte a tavola - "La natura morta nell'immaginario artistico italiano     (galleria comunale)

2003

- Roma - Schegge d'autore - terza edizione teatro Bellini (ENAP-PSMSAD)

- Savona - Pirandelliana - 12 pittori e scultori interpretano Luigi Pirandello - Palazzo della   Provincia.

- Roma - Una storia verosimile, 25 anni di collaborazione tra artisti italiani e Sandro - - - - Gindro - Teatro Vascello.

2004

- Trapani - Tra terra e cielo - forme e modelli per un'arte santa - Palazzo Fardella di   Mokarta.

- Roma - Nuovo surrealismo visionario e fantastico ( arte e solidarietà ) - Galleria Italarte.

- Cefalù (PA) - Artisti Contemporanei in via Madralisca.

2007

- Roma D'apres 30x40 - 46 Artisti per 46 Maestri per l'Hotel Arte di Roma.

- Bozzolo (MN) Rassegna internazionale d'arte Città di Bozzolo - III Biennale " Don Primo   Mazzolari".

2008

- Sulmona - Primo Premio - XXXV Premio Sulmona: Rassegna Internazionale d'Arte   Contemporanea

2010

- Roma - Omaggio a De Chirico - Galleria Ca' d'Oro

- Miami (USA) - Omaggio a De Chirico - Saint Thomas High School and Galleria Ca'     d'Oro,  Miami Branch

- Los Angeles (USA) - Omaggio a De Chirico - Sculpture Foundation
  New York (USA) - Omaggio a De Chirico - Consolato Italiano

 

 

1993 IL MARE DEI MITI

Claudio Strinati: Singolare e personalissima la ricerca di Lillo Messina nel vasto contesto di un'arte quale è quella che, ad una prima ed inesatta valutazione, potrebbe denominarsi iperrealistica. Impressiona in questo artista la precisione e l'acume ottico con cui indaga e descrive sembianze frammentarie e inquietanti del Reale, tanto da indurre a credere a una sorta di poetica dell'esattezza dipendente da un avvicinamento all'oggetto quasi allucinante per la precisione e l'implacabile evidenza. Non si potrebbe dire meglio per inquadrare questa pittura, sorprendentemente tersa e cristallina ma tutt'altro che 'evidente' nella sua resa finale, dove, in un medesimo contesto, un occhio acutissimo ma non banalmente incantato, scruta con amarezza il disfacimento di un mondo che, tuttavia, si mantiene solido e imperterrito di fronte all'orizzonte del pittore, in una dimensione dove la metafora non si risolve mai nel facile simbolo univoco. (...) L'artista si incunea letteralmente in mezzo a un universo minuto e frammentario ma lo ricompone in una chiave che ha carattere 'monumentale', dimensione che entra in dialettico rapporto con quel razionalismo intransigente che la critica più avveduta ha da tempo indivuato nella parabola del pittore. (...) I quadri di Messina sono avventure della mente, ma il maestro sa bene come e quando tira il maestrale che, calando dal nord delle montagne forma colori, chiazze, increspature. Allora si sentono emozioni e percezioni che non passano certo come tali nel quadro e che pure ne costituiscono il presupposto necessario. Ma anche l'odore della salsedine può diventare un tema filosofico. La vita del mare, quegli strani oggetti di metallurgia marinaresca veri ed evidenti, ma incomprensibili come le parole di Salgari in un fantastico libro di avventure (e tanto più vere perché non comprensibili e lontane), hanno senso solo se contemplati come un trampolino di lancio della meditazione. E' la soglia che chiede implicitamente di passare oltre. Quell'oltre che non è dipinto ma è nel dipinto. Messina è pittore sempre e comunque di personaggi visti da molto vicino, pensati in grande, anche fisicamente, con la forte "accentuazione della sfericità dei volumi". Perché, alla fine, è l'occhio che determina tutto e spiega tutto e l'occhio di Lillo Messina ha una capacità gigantesca di visione. Come il re Mida che trasforma ciò che tocca in oro, Messina trasforma ciò che vede in un simulacro gigantesco e possente, simbolo del tempo, tempio eretto a se stesso ed al destino. In tal senso la sua arte ha una componente che potrebbe sembrare religiosa anche se aliena da qualunque compiacimento. Gli oggetti che egli tocca sono sacralizzati perché trionfanti sulla storia e sullo spazio. Il suo racconto figurativo assume le sembianze dell'epopea, sia pure un'epopea celebrata da uno spirito laico intento a scrutare perennemente l'orizzonte, ma non perché in attesa della nave che passerà e ci porterà altrove, ma perché in attesa dell'idea stessa dell'altrove mentre i simulacri del lavoro umano si ergono a baluardo e difesa del trascorrere inesorabile del tutto. E tutto è contemplato e studiato dal maestro con quella specie di amore universale verso le cose, anche infime, che può fare dell'arte una attività veramente degna e grata alla meditazione ed alla fantasia di ciascuno.

Renato Civello scrive: "Cantare col colore sulla riluttanza delle forme". Una innocenza aurorale dell'essere che lo spinge verso un innovamento che non ripudia il passato. Il suo concetto del dipingere si acclama nell'area del Figurativismo europeo salvandosi dalle equazioni del sovrasenso e dalle calligrafie domenicali.

Ugo Attardi scrive: "[...] accorrere e gridare che ci riporta appunto alla lotta, ci dice di un destino pieno d'affanni e si intuisce il trascorrere del tempo, il mutare della materia e dello spirito. E tutto accade e si raffigura contro e sotto un cielo senza limiti antico e futuro: idea-immagine: sentimento di grandezza, di certezza e delusione".

Emilio Sidoti nella presentazione al catalogo della mostra scrive: "[...] il colore dichiara sempre la componente affettiva di un artista ed è lo specchio fedele della sua spontanea sensibilità e ciò vale anche per Messina. I suoi colori così invitanti e gioiosi, nonostante le intenzioni drammatiche dell'autore, ci dicono subito che Messina non è fatto per esprimere il no dell'esistenza." Nello stesso anno espone alla Galleria Schreiber di Brescia. Recensisce sul Giornale di Brescia Elvira Cassa Salvi: "In quella zona attualissima di una nuova pittura lucida e insieme surrealistica, in polemica con un mondo in balia dell'enigma tecnologico, il giovane siciliano Lillo Messina, si inserisce con il suo accento originale.Vivacissimo e gaio, in contrasto con il senso dell'incubo e di minaccia incombente, soprattutto dagli spazi siderei. Messina riesce ad una rappresentazione insolita dell'alienazione moderna. Non ancora trentenne egli rivela una non comune capacità di chiarezza, di evidenza immaginifica".

Elvira Cassa Salvi: "In quella zona attualissima di una nuova pittura lucida e insieme surrealistica, in polemica con un mondo in balia dell'enigma tecnologico, il giovane siciliano Lillo Messina, si inserisce con il suo accento originale.Vivacissimo e gaio, in contrasto con il senso dell'incubo e di minaccia incombente, soprattutto dagli spazi siderei. Messina riesce ad una rappresentazione insolita dell'alienazione moderna. Non ancora trentenne egli rivela una non comune capacità di chiarezza, di evidenza immaginifica".

Max Wykes-Joycesull'International Herald Tribune: "[...] strano, eppure perfettamente concluso modo di dipingere un paesaggio talvolta campestre, talvolta marino, dove appaiono ora animaleschi esseri o volatili, ora ombre umanoidi. Macchine inusitate, apparentemente abbandonate, o loro componenti, aggrediscono violentando un dolce paesaggio erboso. Queste componenti giostrate abilmente per giungere ad una soddisfacente visualità che suggerisce interdipendenza e mutua indifferenza fra tutti i suoi elementi. Una pittura metafisica suscitante un interesse curioso pur sempre nel quadro di una tradizionale filosofia italiana."

Scrive Pierre Rouve presentando l'artista in catalogo: "Messina rimane dunque entro i confini del reale: l'eccessiva dose di realtà è iniettata attraverso una calligrafia ipnotica; ciò che è dipinto acquista un nuovo significato attraverso il modo in cui è dipinto. L'esattezza genera incubi. L'isolamento concepisce la desolazione. Tutte le allusioni vitali sono prosciugate dalla durezza innaturale delle cose naturali. "La vraie vie est absente", da questo coacervo di immagini spezzate alla bassa marea "quando l'acqua si ritira": Rimbaud si incontra con Elliot nella "terra deserta" di Lillo Messina che è anche la sua privata stagione all'inferno: natura snaturante".

Mario Lunetta: "[...] pittura dunque solo in apparenza contemplativa quella dell'artista siciliano: pittura in realtà generosamente fredda. Atto al tempo stesso creativo ed analitico come ha da essere ogni operazione intellettualedegna del nome. Perché valga il vero si veda come di quadro in quadro, Messina metta in discussione le certezze acquisite nella fase precedente alivello formale sulla linea di un'interrotta alterazione degli equilibri raggiunti."

Franco Solmi presentando l'artista, scrive: "Questo affascinato viandante può ben trascorrere dalle regioni di un mito antichissimo e quasi inenarrabile alle spiagge perdute dell'oggi, ove si incastrano relitti di immense super biotecnologiche, generanti forme di diavolicchi meccanici. Lo fa portandosi l'incubo di cieli di cristallo, di mari tersi, di luce minerale, di terre ove il verde si impasta con gialli violenti e arde di rossi nascosti. Terre d'isola, voglio dire, sulle quali il sapore di favola grava, spesso è vetrificato, come nelle pitture dileggenda popolare".

Domenico Guzzi scrive: "[...] non saremmo nel giusto valutando l'immagine del pittore secondo le cadenze di certa iperrealtà. E qui il pensiero si volge non tanto agli americani, ma piuttosto, a quei tedeschi del gruppo "Zebra" che pur mantenendo stretto il rapporto obiettivo non ne han fatto elemento esclusivamente ossessionante. Per ragioni di cultura di area, in una parola di sensibilità europea. Messina appartiene a quell'area di artisti che saremmo tentati di dire semplicemente della verità. Sempre, comunque,passata al filtro dell'analisi intellettuale".

Dario Micacchi parla di: "pittura di trapassi sottili da stato d'animo a stato d'animo: tagli netti di sagome e colori che irradiano luce nella luce cosmica. Lo sguardo del pittore è penetrante, ossessivo, afferra i fili d'erba ed i fiori cresciuti tra pietra e pietra; gli oggetti lasciati sulla sabbia o sul molo, le corde lacere o nuovissime, i gabbiani alti nel cielo, ed i gabbiani in turbini che si posano qua e là. La visione è netta, neometafisica. Il senso del tempo struggente; la nostalgia di un'età incontaminata assai forte".

Aldo Gerbino presentando l'artista scrive: "Una sorta di foga dell'emersione trascina con sé Lillo Messina e la sua memoria, una natura acquea lo sospinge e lo travolge gioiosamente, ludicamente, con i suoi frammenti biologici, fatti di improbabili radiolari, pigmentati oggetti organici, disposti da una mano invisibile e decisa nel vortice del caos: ed è in questa spirale magmatica e ancestrale, incantevole fiamma sprigionata tra cielo e mare, a trovare la sua sostanza tra gli elementi germinativi, a popolare il desiderio che vigila e cova nel cuore di questo artista mediterraneo."

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