Vesna Bursich

Italia


Vesna Bursich si è diplomata in restauro nel 1994 e in pittura nel 1998 presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Artista poliedrica si interessa al disegno, pittura, fotografia, video arte e ama sperimentare nuove forme e tecniche in base all’idea.... [Continua a leggere]

Atelier di Vesna Bursich


Informazioni su Vesna Bursich


Vesna Bursich si è diplomata in restauro nel 1994 e in pittura nel 1998 presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Artista poliedrica si interessa al disegno, pittura, fotografia, video arte e ama sperimentare nuove forme e tecniche in base all’idea.
Sposa la sua conoscenza classica con tecniche moderne e digitali.
Il suo interesse per l’arte è presente nella sua vita da quando era bambina. Dopo la formazione accademica inizia a lavorare in Italia, ma anche in Inghilterra e Germania.

MOSTRE

2018

– Natura. – Spazio a cura di Giacomo Doglio, Rittana (CN) (Italy)

2017 

– Pass-ports, visioni straniere a Torino – Galleria Pantarei – Torino (TO) (Italy)

2016

– Helping you see the world differently – Scrigno dell’Arte – Monchiero alto (CN) (Italy)

- Art Karlsruhe – Messe Karlsruhe – Karlsrhue (Germany)

2015

– Il purgatorio – Residenza creativa – Sinio (CN) (Italy)

2014

– Affordable Art Fair – Kurstmesse – Hamburg (Germany)

– I(M)materiali – Chiesa di San Francesco – Cuneo (Italy)

– Blooom exibition – Koelnmesse – Colonia (Germany)

– Uhr draußen im dunkel –  Galerie Isabelle Lesmeister – Regensburg (Germany)

2013

– Irrgang Galerie – Lipsia (Germany)

– Tallantyre Gallery – Northumberland – (UK)

– Collezione permanente – Villa Rescalli Villoresi – Busto Garolfo – Milano

– Sommerfrische – Galerie Iasabelle Lesmeister – Regensburg (Germany)

– Premio Romano Reviglio –  Tra natura e memoria – Palazzo Salmatoris – Cherasco (CN).

2012

– “sottovuoto” – Spaziarti Ungallery – Milano – Nicola Tinelli

– Blooom exibition – Colonia (Germany)

– Natura Morta – Galery Iasabelle Lesmeister – Regensburg (Germany)

– Detenzioni, Palazzo Barolo, Torino

2011

– Biennale di Venezia, padiglione Italia, Piemonte – Palazzo esposizioni ,Torino – Vittorio Sgarbi

– Paratissima – Spazio San Salvario, Torino – Daniele Ratti

– Il mito del vero, situation, Palazzo Guicciardini, Milano

- Palazzo Guidobono, Tortona – Giacomo Maria Prati, Paolo Lesino.

2010

– I guardiani dello spirito-Castello del Cagliostro-San Leo-Giacomo Maria Prati , Paolo Lesino.

2007

– Profilo d’Arte – Palazzo della Permanente – Milano – Milena Gamba.

2006

Quotidiana – MUseo civico al santo – Padova – Guido Bertorelli, Stefania Schiavon.

– Centripeta, Centro Espositivo, Alba

2005

– Zooma, Galleria Zooma, Torino

– Finalista premio Arte Mondatori, Palazzo della Permanente, Milano

– ZooArt, Giardini cuneesi, Cuneo

– 163° esposizione d’Arte contemporanea, Promotrice delle Belle Arti, Torino

–  Donne, La Giardiniera, Settimo Torinese

– 10° mostra d’Arte contemporanea, Caserma M.Musso, Saluzzo

2003

–  Valsus’Art, Galleria Arte e Arte, Bussoleno

Words are the virus.

L’opera Words are the virus nasce nel 2020 durante il primo lock down. L’artista si pone la domanda: come avviene il contagio? Il contagio avviene attraverso i droplets.

Per comunicare si devono produrre parole con la bocca, dalla quale, oltre ad esse, esce anche saliva sotto forma di goccioline e con queste ultime si trasmette il virus. Associare le parole al virus è un passo breve, ma non scontato. Quando parliamo non ci viene in mente che le parole che stiamo producendo possano essere dei virus, e neanche ci piace l’idea. Verosimilmente le parole diventano loro stesse virus. Le parole si trasmettono da un individuo all’altro, attecchiscono, mutano, e gli effetti che portano possono essere molti. Rischiano di far nascere convinzioni sbagliate, pregiudizi, complessi, nozioni false. Il malessere che causano può essere paragonato ad una malattia, non fisica, ma che induce disagio, dolore e frustrazione. Il flusso delle parole è inarrestabile, buono o cattivo che sia. In questo lavoro l’idea è di creare un contraltare tra virus patogeno e virus parola.                                                                                    Questa nuova forma è costituita da una serie di ritratti dipinti ad acrilico sia su carta che su tele di grandi dimensioni.

Ho deciso di sostituire alla mascherina, le parole frammentate di un mio lavoro precedente dal titolo white noise. Mi sembrava la conseguenza più logica per rendere chiaro il concetto

Queste opere, mostrano un elemento in più del semplice ritratto. Hanno una sfasatura come quella di un immagine digitale corrotta, definibile come glitch. Come se un errore di sistema li attraversasse.

C’è un errore di fondo, forse più duno, in quello che stiamo vivendo. Più probabilmente gli errori cerano anche prima della pandemia, ma ora sono più evidenti ed hanno una tale potenza da spezzare la rappresentazione di noi contemporanei.

Più marcatamente il disagio dei soggetti si manifesta nell’ulteriore video prodotto dall’artista. Un susseguirsi di volti in movimento sincopato, come fossero trasmessi da una frequenza disturbata. Questo movimento convulso conferma il glitch evidenziandolo. L’errore di sistema induce un disagio anche nella comunicazione. Lo sguardo fisso e lo sfrigolio dell’immagine dicono tutto e niente. Questi “disegni animati”, ci attraversano e si muovono per conto loro, tra di loro. Potrebbe esserci un dialogo come no: non ha importanza. Il video è realizzato con i disegni di Words are the virus ed assume una maggiore completezza.

 

Questo lavoro per me è importante. È un progetto che si muove su un percorso che ha un tema, che sfrutta diverse possibilità tecniche, le quali a loro volta propongono diverse letture. Aggiungono concetto ed è quello che mi sta più a cuore.

A differenza dei lavori passati, nei quali descrivevo me stessa, questo pone il mio sguardo fuori da me. Ho provato a rappresentare un frammento di un momento difficile per tutti. Un momento critico, con molti errori e problemi che per anni sono stati trascurati e che dovrebbero essere riconsiderati. Le parole sono troppe. Forse dovrebbero ridursi per consentirci di riflettere sulle priorità.

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