Alessandra Pierelli

Italia


Alessandra Pierelli nasce ad Ancona, frequenta l’Accademia di Brera con indirizzo pittorico. Successivamente partecipa ad un corso di decorazione e trompe l’oeil (illiusione ottica)presso l’Accademia del Superfluo di Roma, diretta dal Prof. Lucifero.... [Continua a leggere]

Atelier di Alessandra Pierelli


Informazioni su Alessandra Pierelli


Alessandra Pierelli nasce ad Ancona, frequenta l’Accademia di Brera con indirizzo pittorico. Successivamente partecipa ad un corso di decorazione e trompe l’oeil (illiusione ottica)presso l’Accademia del Superfluo di Roma, diretta dal Prof. Lucifero. Dal 1996 al 1998 frequenta il corso dell’International Art School di New York (sezione italiana a Montecastello di Vibio PG) diretta dal maestro Nicolas Carone. Dal 2002 al 2005 collabora con il noto artista Al Held. Nel giugno 2004 organizza insieme a Giuliana Dorazio e Giorgio Bonomi la mostra All’ombra di Bramante - Sculture in un parco. Dal 2006 a oggi ha partecipato e organizzato numerose mostre collettive e personali. Attualmente vive e lavora a Trieste, collabora con la Bg Gallery di Los Angeles e la Galleria Spazio CIMA di Roma.

MOSTRE PERSONALI

2019

 - “BODY'S PART’s” a cura di Walter Vallini presso Fusion Art Gallery Torino;

- "Pop Food" (in occasione della Milan Food Week) Design Boutique Italia Via De Cristoforis, 5 / Corso Como Milano a cura di Walter Vallini.

2018

- “POP LAND” al Caffè Letteraio via Ostiense 95 Roma Evento organizzato da RAW 2018 (Rome Art Week) durante la settimana dell'arte contemporanea a Roma

- “The Breathing Art” Alessandra Pierelli per The Breath di Anemotech, a cura di Angelo Crespi Milano Design week 17/22 aprile (Evento Fuorisalone);

- "I LOVE POP FOOD" al Mondadori Megastore Milano a cura di Angelo Crespi;

2014 

- "So sweet so passionate", a cura di Claudia Bottini, progetto artistico presso il salone Marco Hair Passion, Castiglione del lago Perugia;

2013

- “Comics and Songs”, Mini Gallery Assisi, doppia personale con Stefano Chiacchiella, a cura di Andrea Baffoni;

- "Solstizi di fragilità emotiva" a cura di Andrea Baffoni, associazione culturale "L’Officina" Perugia.

2012

- Evento "Tribute to Design" alla Milano Design Week allo Spazio Bigli a cura di Raffaella Gabetta;

2010

 - "Rossobastardo d’Amore" Castello di Montignano, Massa Martana, Perugia;

2009

- "Echo", Galleria d'arte contemporanea Grifone Lecce, a cura di Monica Taveri e Alessandro Turco;

2008

- doppia personale "Le stanze di Eco" con Silvia Ranchicchio al Palazzo degli Atti, Todi (Pg) a cura di Paolo Nardon (opere in catalogo);

- "Frammenti di un discorso amoroso", a cura di Raffaella Gabetta, Torre Almonte Frontignano Todi;

2007

- “Coco Art” (Fine Painting in Art Chocolate) Alessandra Pierelli per Eurochocolate 2007, Corso Vannucci, 30 Perugia

- "Junger Anger", doppia personale con Michele Toppetti presso l’Atelier dell'arco Amoroso, Ancona;

MOSTRE COLLETTIVE

2021

-  “LOVE “Mostra collettiva dal 14 Febbraio al 12 Aprile a cura di Roberta Cima galleria SPAZIO CIMA Roma 

2020

- MORE FUN mostra collettiva (virtuale) alla BG Gallery di Los Angeles dal 7 novembre al 7 febbraio 2021 a cura di Kate Stern e Om Bleicher. 

- “CovidArt 2020 arte da casa “mostra collettiva di urban art arte-pubblica ai tempi della quarantena da COVID-19. Artshow da casa o dai propri studi. A cura di Christian Gangitano. 

- "LOVE IN TIME OF CORONA" mostra collettiva virtuale alla bG Gallery di Los Angeles

LOS ANGEL ART SHOW (Los Angeles Convention Center) rappresentata dalla BG Gallery

2019

- Museo Marino Marini “EX-VOTO” Firenze a cura di Angelo Crespi, con il patrocinio di Chantecler, Fondazione Maimeri, (catalogo a cura di Mondadori)

 - “OH MY POP” NHOW Hotel Milan, a cura di Elisabetta Scantaburlo, (opere in catalogo);

- “EX-VOTO Per Arte Ricevuta” a cura di Angelo Crespi presso GrandArt Fair Milano (catalogo a cura di Mondadori)

- “The Room” la BG Gallery celebra il 10 ° anniversario e l'apertura della nuova Location nella stazione Bergamot di Santa Monica (Los Angeles)

“Biennale Internazionale della donna” a cura di Barbara Fornasir, Magazzino 26, Porto Vecchio di Trieste (opera in catalogo);

- “LOS ANGEL ART SHOW” con la BG Gallery di Los Angeles

 2018

- mostra “Circular” alla BG Gallery di Los Angeles;

Novembre 2017 Aprile 2018

-  “Biennale Internazionale della donna” Magazzino 26 Porto Vecchio Trieste a cura di Barbara Fornasir (dipinti in catalogo);

2012 

"+ 50 Sculture nella città di Spoleto, tra memoria (1962) e passato (2012)" a cura di Gianluca Marziani, Palazzo Collicola arti, Spoleto (sculture in catalogo);

2011 

- "Buste dipinte” festival delle lettere, spazio Oberdan Milano, a cura della Dep Art Gallery Milano (opere in catalogo)

 2009

- "Il muro di Berlino" 13 agosto 1961-9 novembre 1989, a cura di Federica Di Stefano, galleria 196 Roma

 2008 

- "Mater Dulcissima", Galleria d'Arte Moderna Spoleto, a cura di Michele Santi;

 - "Venere... sensi... sentimenti...", Terni, Palazzo Gazzoli, a cura di Marinella Caputo;

2007

- “Atti di fede ex voto in nome dell'arte”, San Carlo Borromeo, Spoleto, a cura dello Studio A87 e Franco Troiani;

- "Sconfinamenti” omaggio a Piero Dorazio, Palazzo Landi Corradi, a cura di Graziano Marini e Alessandra Pierelli (opera in catalogo)

2006

- “I luoghi dell'anima” a cura di A. Datanasio Convento Lucrezie (Nido dell'Aquila opere in catalogo)

 

“L’arte è la porta per il mio mondo immaginario”.  

Passione, gioco, versatilità e materia: sono questi gli assi con cui Alessandra Pierelli fa la sua partita a poker con l’arte. Lo fa creando/realizzando cuori, apparentemente gioiosi, supereroi, rappresentanti della lotta tra bene e male, e i dolci, sempre golosi e divertenti.

E lo fa anche sperimentando molto, passando dal figurativo all’astrattismo materico, dalla pittura alla scultura, dal genere classico a quello più divertente e colorato del “Pop”.

Testo di critico di Claudia Bottini sul lavoro dei dolci e della tecnica del puntinage (puntine da disegno)

Alessandra Pierelli, con i suoi famosi cuori e i nuovi dolci caramelle e cioccolatini della serie Dolcemente pungente. Con un gioco di colore e di materia, costruisce questi quadri scultura con resina e una “pungente” texture di puntine da disegno. Dolcemente pungente, un ossimoro, che esprime un significato ambivalente: gli innamorati si scambiano dolci a San Valentino, per amore o per farsi perdonare. “Uso la puntina” come spiega l’artista, “perché ha una doppia faccia, quella esterna e superficiale colorata e ludica, e l'altra parte, che non si vede entra penetra punge...”.

Prima ancora del contemporaneo artista pavese Carlo Pasini e dell’americano Eric Daigh, che solo da qualche anno, creano ritratti ed immagini composti da migliaia di puntine da disegno colorate, Alessandra Pierelli esplora in maniera sperimentale l’uso delle teste delle puntine ed insieme a resina e polistirolo, ricostruisce in maniera tridimensionale, le sue famose maschere, cuori, ed ora anche i dolci. Con precisione accosta i diversi colori ottenendo un effetto visivo estremamente realistico. Coglie nell’oggetto non tanto la sua connotazione kitsch, bensì il suo significato positivo, rendendolo attuale, dirottandolo dalla significazione culturale (o d’uso) originaria. L’immaginazione e la fantasia di Alessandra Pierelli vuole condurre l’arte a contatto con più persone possibili.

POETICA e testo critico delle mostra personale “COMICS” a cura di Andrea Baffoni

Ogni civiltà stabilisce dei rapporti indiretti con entità superiori, eroi o divinità, esseri dalle sembianze umane dotati di immensi poteri in cui riconoscersi, per trovare modelli di comportamento e riceverne forza. Esseri immortali che esistono da sempre e che vivranno fin quando vivrà l’uomo, ma l’era moderna ha sotterrato la maggior parte delle credenze; la scienza ha trionfato sull’ignoranza, abbiamo “ucciso” Babbo Natale e sappiamo che il sole non è un dio, il terremoto è causa naturale, così come un fulmine o una cometa. In un istante la conoscenza ha annientato l’Olimpo con tutte le sue divinità; si pensavano immortali, ma è bastato studiare un po’ per spazzarli via dal loro mondo dorato. Nessuna spada è mai stata tanto pericolosa quanto un libro; così dopo aver sepolto Giove, Apollo, Odino e i tanti altri, siamo rimasti nuovamente soli, eppure le moderne frontiere della scienza hanno aperto nuove possibilità: se gli eroi del passato non esistevano più, altri potevano nascere. Mandato definitivamente a riposo Ulisse nuove rotte si sono aperte e oltre le colonne d’Ercole abbiamo incontrato le “porte di Tannhäuser” e i “bastioni di Orione”; dall’isola dei ciclopi siamo atterrati sulle dune di Arrakis e le guerre hanno spostato il campo di battaglia tra le stelle.

Nel 1933 Jerry Siegel e Joe Shuster danno vita ad un nuovo eroe, Superman, nome di battesimo Kal-El, di fronte al quale non c’è Achille che tenga, venuto da Krypton è un esempio di integrità per l’uomo, lo difende e gli insegna i valori del coraggio e dell’onestà, tutte cose per cui abbiamo sempre bisogno di esempi venuti da lontano, possibilmente da fuori del nostro mondo. Rinnegato l’al di là degli Dei, gli eroi del Novecento arrivano da altri pianeti, nascono da esperimenti scientifici sfuggiti al controllo o, ogni tanto, come Batman e Ironman, sono semplicemente ricchi: privilegio, va detto, prontamente messo al servizio dei più deboli. 

Il mondo dei supereroi s’intreccia con il fumetto e l’immaginario fantascientifico, da qui parte Alessandra Pierelli per questo nuovo ciclo di opere che indaga tali scenari avvalendosi del puntinage, linguaggio cadenzato sul ritmo reiterato della puntina da disegno. La ludica gioiosità di questo elemento esprime un sentimento pop in linea con il mondo colorato del fumetto, ma non esclude, come in questo caso, il richiamo a tematiche più profonde. La lotta ancestrale tra bene e male, costantemente richiamata nel mondo dei supereroi, è espressa da Pierelli con il richiamo a Dart Fener, antieroe di Guerre Stellari che solo passando attraverso il male riesce a ristabilire l’equilibrio nell’universo. Stesso dicasi per V, anch’esso eroe oscuro, appartenente a quella categoria dei vendicatori per i quali nutriamo una certa simpatia, dovuta forse alla voglia di sentirci anche noi più protetti.

La fantasia di Alessandra Pierelli approda dunque al mondo immaginario dei fumetti e lo fa con lo spirito di sempre, guidato da una creatività fanciullesca che abbraccia tematiche profonde, eludendo pesantezze espressive. I supereroi sono dunque l’alter ego dell’artista, riflessi più ampiamente nell’immaginario collettivo e interiorizzati in una doppia lettura: simbolica ed estetica. Certamente affascina lo scudo stellato di Capitan America, come anche lo stemma di Superman, ma dietro essi c’è un messaggio più profondo e ancora una volta la puntina ne determina una netta esaltazione. Uno scudo anch’essa, un rivestimento o, per meglio immedesimarci, una tuta; meglio ancora una maschera. 

(Andrea Baffoni)

Il supereroe indossa una maschera ed essa lo trasforma, lo rende invulnerabile e lo allontana dalla vigliaccheria del mondo; parimenti l’artista si veste della propria opera, si nasconde dietro essa e attraverso essa acquista il potere necessario per interagire con gli altri. L’artista diventa eroe anche nel sacrificio, donando al mondo la propria opera, che è la propria tuta e maschera. 

Il mondo fumettistico di Alessandra Pierelli inscena la realtà parallela che divide l’artista dal mondo comune, eludendo la filosofia di Bill per il quale “Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana”; non c’è bisogno di scomodare un kryptoniano per trovare qualcosa di buono sulla Terra, basta guardare più spesso oltre la maschera per trovare l’eroe nascosto che è in ognuno di noi.

Testo critico della mostra personale “SOLSTIZI DI FRAGILITÀ SENTIMENTALI “

(Poetica delle opere sui cuori a cura di Andrea Baffoni)

I sentimenti scandiscono la vita e le nostre azioni come il sole scandisce le stagioni. Ogni cuore dipinto da Alessandra Pierelli è un momento di attesa, un solstizio, il punto massimo di sospensione nell'eterno interrogativo sul che cosa guidi il nostro cammino terreno; logica o emozioni? Una luce che attende il passaggio della domanda alla risposta, ma che resta sospesa in eterno lasciandoci nell'incognita di non sapere mai se la direzione intrapresa sia giusta. Un tormento per chi con le emozioni fa i conti ogni giorno, e non è un caso se le arti visive, tanto nella contemporaneità quanto nella tradizione, hanno dato un ruolo di notevole importanza al simbolo dell’organo da sempre considerato sede dell’anima.

Nel 2007, in asta da Sotheby's, Larry Gagosian si è aggiudicato per più di 23 milioni di dollari l'Henging Heart di Jeff Koons, cuore in acciaio inox alto tre metri e appeso a un filo d'oro, emblema spregiudicato di un artista ironico e irriverente che sbeffeggia il proprio tempo attraverso le sue stesse icone, scegliendo, in questo caso, il simbolo dell'amore per eccellenza. E del resto cos’altro poteva fare l’artista che sposando Cicciolina, diva del porno, ha trasformato tale emblema nella stessa propria vita?

Il cuore simbolo di amore kitsch, barocco e spinto agli eccessi, abusato e sfruttato fino alla banalizzazione, ma all’opposto usato anche come strumento d’intercessione con i santi, a testimonianza della propria fede. Ancora oggi gli ex voto sono realizzati seguendo questa forma semplice che si carica di tensione per tutte le preghiere che nel tempo l’attraversano, metafora del cuore della Mater dolorosa, più ampiamente rappresentativa della donna generatrice, tra sacro e profano, tanto come madre di Dio, quanto dell’uomo. E proprio da Todi sarebbe arrivata una delle laudi più intense a lei dedicata, lo Stabat Mater di Jacopone, dove il mistico francescano chiedeva: "imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso fortemente nel mio cuore". 

Nei lavori di Alessandra Pierelli si percepisce un costante gioco di rimandi tra una gioia laica e spensierata e un dolore latente che spinge fin verso tensioni spirituali. Costanti convogliate nel semplice simbolo del cuore, restituito tanto con la semplicità ludica di materiali plastici, quanto nella drammatica intensità di colori materici. È la fragilità dell’essere che le interessa e che la spinge all’utilizzo di scotch industriale da imballaggio, per rendere più esplicito questo bisogno, metafora del proprio stato d’animo, manifestato senza negare l’evidenza di una condizione tormentata dal brivido delle emozioni, espletata attraverso l’arte. Anche quando il cuore sembra più spensierato, perché colorato, lucido e levigato come un palloncino, presenta in realtà elementi stridenti e le puntine da disegno, che spesso lo rivestono, riaffermano questa doppia valenza: sono colorate e divertenti come smarties, ma la punta metallica che nascondono trafigge al di sotto la superficie su cui risiedono. Sono cuori apparentemente gioiosi che nascondono all’interno innumerevoli cicatrici. 

Andrea Baffoni 

Testo critico della mostra personale “I LOVE POP FOOD” al Mondadori Store di Milano piazza Duomo,1 (2018) a cura di Angelo Crespi 

Il pop-food è uno degli elementi della pop art che si sovrappone ed è quasi inestricabile rispetto alla dimensione iconica propria di un’arte che sublima i brand dell’industria alimentare, pensiamo alla Campbell’s Soup o alla Coca Cola di Warhol, in quanto miti riconosciuti e riconoscibili da tutti nell’epoca mass market e dei mass media, più ancora delle figure dello star-system, del cinema, della musica. Il cibo, di fatto anche oggi nel tempo degli chef stellati e stellari, è il tema dei temi, il super tema dell’Occidente a cui la gente dedica tempo ed intelligenza, soldi ed energie, in una sorta di idealizzazione in cui l’abbuffata o il digiuno, la raffinata ingordigia del gourmet o l’ideologia salutista del vegano, sono semplici versi della stessa medaglia. Qui, sul bordo, si innesta il lavoro concettuale di Alessandra Pierelli che aderisce, come nella migliore tradizione Pop, al contesto rappresentato, quello appunto ludico dei dolciumi e delle caramelle, venendo però ad evidenziare i limiti della sua rappresentazione: mutandone la scala (per esempio la confezione gigante di macarons), ingannando l’occhio (i cioccolatini perfetti, ma di resina), oppure utilizzando la materia biologica come nuova pelle, un rivestimento organico che rivitalizza l’opera ma in altro modo (si pensi al Balloon Dog di Koons ricoperto di marshmallows). Di fatto la Pierelli opera con le armi retoriche tipiche della decontestualizzazione e del detournement, oppure con nuove proposizioni segniche che agiscono sul significante e dunque anche sul significato (si pensi al Cornetto Agita in tutto e per tutto simile tranne per questo refuso al corrispettivo marchio). E basta questo slittamento semantico per fare di un’opera iperrealista un’opera concettuale, per introdurre, in un contesto solo l’apparenza di leggerezza, una comicità “algida” da vera patafisica, capace di aggredire nello stesso tempo le certezze del mondo dell’arte e quelle del mondo dei costumi. 

(Angelo Crespi)

Testo critico di Angelo Crespi della mostra personale “The Breathing Art” evento fuori salone della Milano design week 2018 

THE BREATH, OVVERO L’AURA

L’intera riflessione su “cosa è arte nell’epoca della riproducibilità “si fonda sul concetto di “aura”. Poiché nel mondo moderno l’opera d’arte è meccanicamente replicabile, non basta più la tecnica, il virtuosismo, la bellezza per decretarne l’esistenza, bensì è imprescindibile la quantità di aura che l’artista riesce a trasferire in essa. E l’aura spiegava il filosofo Walter Benjamin - è l’alone che circonda l’opera, dal punto di vista etimologico è l’aria, la brezza, il soffio vitale che spira da una cosa. È dunque una “coincidenza significativa “ - direbbe Jung - che un artista come Alessandra Pierelli abbia lavorato su una materiale marchiato the Breath, la cui essenza e ragion d’essere non è solo nominale, “il respiro”, bensì del tutto tecnologica: un tessuto innovativo in grado di trattenere e disgregare le particelle nocive presenti nell’aria, un tessuto brevettato, frutto della più avanzata ricerca sulle nanotecnologie, che può essere utilizzato per combattere l’inquinamento atmosferico sia all’interno di una casa che nei più ampi spazi si una città. Alessandra Pierelli, nella duplice movenza, quasi di danza, di respirare e al contempo insufflare lo spirito quasi divino trasformando un semplice oggetto in opera d’arte, ci regala utilizzando the Breath una serie di lavori che spaziano lungo tutta la sua carriera, evidenziandone i nodi, dall’informale al concettuale, dalla pittura alla installazione: opere di grande potenza materica, di forte impatto estetico, perfino di giocoso e ironico detournement concettuale. Un corpo a corpo tra la creatività dell’artista e l’innovazione tecnologica il cui risultato è sorprendente e si sublima in uno stupendo monocromo blu Klein riattualizzato alla luce di in materiale che respira. 

 

 

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