Matteo Galvano

Italia


Matteo Galvano, nasce a Como il 3 gennaio 1983, dove tutt’oggi vive e lavora. Si diploma a Cantù presso l’Istituto d’Arte, dove dedicò i suoi studi sulle più conosciute tecniche artistiche approfondendo l’interesse verso l’uso di uno strumento nuovo: la penna biro, creata da László József Bíró nel 1938, anno che, per una buona casualità, contiene le medesime cifre presenti nella sua stessa data di nascita. Nel 2010 si reca a New York.... [Continua a leggere]

Atelier di Matteo Galvano


Informazioni su Matteo Galvano


Matteo Galvano, nasce a Como il 3 gennaio 1983, dove tutt’oggi vive e lavora. Si diploma a Cantù presso l’Istituto d’Arte, dove dedicò i suoi studi sulle più conosciute tecniche artistiche approfondendo l’interesse verso l’uso di uno strumento nuovo: la penna biro, creata da László József Bíró nel 1938, anno che, per una buona casualità, contiene le medesime cifre presenti nella sua stessa data di nascita. Nel 2010 si reca a New York. Da qui la svolta decisiva della sua ricerca che considera le architetture testimoni di una delle più alte forme dell’intelligenza umana, oltre che conservatrici ognuna delle proprie storie, lasciando al di fuori di esse illimitata libertà d’immaginazione. L’artista ha ricevuto interessanti recensioni da critici d’arte, giornalisti di quotidiani e riviste specializzate.

Oggi è persino Testimonial dell’azienda PaperMate con la quale collabora ad alcuni progetti.

2021

- Opera in collezione Permanente presso Museo Paneum Wunderkammer des Brotes – ASTEN (Austria)

- Ar(T)resti domiciliari – Contagio Leale, installazione con opera di Michelangelo Pistoletto a cura di Enrico Cazzaniga e Fabrizio Bellanca – VILLA OLMO – COMO

- Illustrazione interna del libro “NAGOTVILLE” scritto da Massimo Baraldi

2020

- ARTine art during quarantine, Instagram show a cura di Alisia Viola

- L’inizio del mondo, mostra collettiva a cura di Roberto Borghi – THE ART COMPANY GALLERY – COMO

- Ar(T)resti domiciliari – Contagio Leale, mostra collettiva a cura di Enrico Cazzaniga e Fabrizio Bellanca - THE ART COMPANY GALLERY – COMO

- Progetto “mascherine d’artista” in collaborazione con Roberta Macchia

- Copertina per libro “AL 42 Quarantena per due” scritto da Roberta Macchia

2019

- Opera in collezione Permanente presso INTERFACE HUB/ART - MILANO

- architAMORfosi, mostra personale a cura di Roberta Macchia e Greta Zuccali – INTERFACE HUB/ART - MILANO

2018

- architAMORfosi, mostra personale a cura di Roberta Macchia - Museo Villa Bernasconi - CERNOBBIO

2017

- ESPOSIZIONE PERMANENTE opera presso Museo Villa Bernasconi - CERNOBBIO

- CALL TO ILLUSTRATORS “Parma 2200 anni” FINALISTA a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo – Palazzo Pigorini - PARMA

- JCE-Jeune Creation Europeenne, a cura di FRANCESCA TESTONI – Villa Olmo - COMO

- JCE-Jeune Creation Europeenne, a cura di MARIO PASQUALOTTO – Museu de l’Empordà – Figueras – SPAGNA.

- JCE-Jeune Creation Europeenne, a cura di ANTONIO CARDOSO – Amadeo de Souza-Cardoso Municipal Museum – Amarante – PORTOGALLO.

2016

- JCE-Jeune Creation Europeenne, a cura di ALBERTO DI GENNARO e DAVIS KANEPE – Science and Art Center “Bruzis” – Cesis – LETTONIA.

- JCE-Jeune Creation Europeenne, a cura di EWA SULEK  – Wroclaw Congress Center Centennial Hall – POLONIA.

- JCE-Jeune Creation Europeenne, a cura di HENRIK GODSK – Museo Kunstbygningen – Vra Hjorring – DANIMARCA.

- Insegnante per il CORSO DI ARCHITETTURA E AMBIENTE - Centro Studi Casnati – COMO.

2015

- “L’EVOLUZIONE BIOLOGICA DELL’ARTE” – a cura di ROBERTA MACCHIA – Camera di Commercio – COMO.

- “ORDINE O CAOS?, PARATISSIMA 11” – a cura di CAMILLA MINEO e ILARIA MACCHI, Sala Nervi – TORINO.

- JCE- Jeune Creation Europeenne , a cura di ANDREA PONSINI – Museo Le Beffroi, MONTROUGE – PARIGI – FRANCIA.

- “L’EVOLUZIONE BIOLOGICA DELL’ARTE” a cura di ROBERTA MACCHIA - con SistemaComo2015 – Padiglione Italia – EXPO – MILANO.

- “A MISURA D’UOMO” – personale a cura di ROBERTA MACCHIA, Finther Bank – LUGANO.

- “THE NATURE OF THE ART”, a cura di BOLDRINI, Opificio Zappa –ERBA.

- “THE NATURE OF THE ART”, a cura di BOLDRINI, Museo Vitaloni – MILANO.

-  “SPOSATI CON L’ARTE”a cura di ROBERTA MACCHIA – VIVAgliSPOSI – LarioFiere – ERBA.

- “DARKKAMMER”, collettiva a cura di ROBERTA VANALI, MUSEO EXMA’ – CAGLIARI.

- “LAKE COMO FILM FESTIVAL” – consegna opera “Politeama” al regista Internazionale MARCO BECHIS – COMO.

2014

- “AD MELIORA PLACE” – esposizione temporanea delle opere in Showroom, Viale Sarca – MILANO.

- “LETTERARTE 2014” 9^ edizione – a cura di Associazione RestArt – Galleria Civica – MONZA.

- “LA CHIAVE CONTEMPORANEA DEL LIBERTY” – a cura di ROBERTA MACCHIA  e LUCIA MAGATTI, Villa Bernasconi, CERNOBBIO.

- “PARATISSIMA 10” – UfoFabrik Contemporary art Gallery – Palazzo esposizioni – TORINO.

“BAF BERGAMO ARTE FIERA - UfoFabrik Contemporary art Gallery – BERGAMO.

- “SPOSATI CON L’ARTE” a cura di ROBERTA MACCHIA – VIVAgliSPOSI – LarioFiere – ERBA (CO).

- Ospite d’onore per il 2° INTERNATIONAL PINS CONTEST, Binario 7 – MONZA.

- Ospite d’onore per il 2° INTERNATIONAL PINS CONTEST, Palazzo Isimbardi – MILANO.

- Ospite d’onore per il 2° INTERNATIONAL PINS CONTEST, Studio Arty Pansera – CHIAVARI.

- Ospite d’onore per il 2° INTERNATIONAL PINS CONTEST, Cortile de Magli – TORINO.

- Ospite d’onore per il 2° INTERNATIONAL PINS CONTEST, Museo Vignoli – SEREGNO.

2013

- “Gioc’Art - ANCHE L’ARTE SI PRENDE GIOCO DI NOI”, opere permanenti, Scuola primaria “O.MARELLI”, CANTU’.

- “Quando la Ragione incontra la Biro”, personale a cura di ROBERTA MACCHIA, Opificio Zappa, ERBA.

- “SCATTOinSCATOLA – l’arte in centocentimetriquadri”, presentazione serie limitata di opere mista ad esposizione di opere in classico formato, a cura di ROBERTA MACCHIA, in collaborazione con ARCHITETTI AROSIO presso lo STUDIO DI ARCHITETTURA AROSIO, Monza.

2012

- 38^ MANIFESTAZIONE CULTURALE VICOLO POLDO, presentata da JEAN BLANCHAERT , SCHIGNANO.

- “U-PIN” mostra collettiva, Spazio Pedraglio, COMO.

- “NEW SEASON”, collettiva, Galleria Estense Arte, CERNOBBIO (CO).

- ESPOSIZIONE PERMANENTE, Galleria Estense Arte, CERNOBBIO (CO).

2011

- “MANTERO,CENTO ANNI DI ARCHITETTURA” a cura di JESSICA ANAIS SAVOIA e DAVIDE MANTERO, Spazio Ratti ex Chiesa S.Francesco, COMO.

- “GALVANO/BELLANCA 13X13, NEW YORK VISTA ATTRAVERSO L’OCCHIO DI DUE ARTISTI”, Galleria Alterego, PONTE TRESA.

- “EXTREME” mostra collettiva, D’art Visual Gallery ,MENAGGIO.

- “FREUNDE” mostra collettiva, Tricksterv Gallery, CABIATE.

- “70° COMPLEANNO DI MONS. DIEGO COLETTI VESCOVO DI COMO” consegna del quadro “LA BASILICA”, Basilica di S.Abbondio, COMO.

- “LA FORMAZIONE DELL’UNO, 150 ARTISTI PER L’UNITA’ D’ITALIA”, collettiva a cura di FABIO DE CHIRICO, MIMMA PASQUA e FRANCO GORDANO, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, COSENZA. “MONTECITORIO”, Centro internazionale di ricerca per la cultura e le arti visive contemporanee, VertigoArte, COSENZA.

- “’L’ OLIO SCIVOLA ANCORA DOVE IL TEMPO SI E’ FERMATO”, collettiva a cura di LARA TREPPIEDE , Mulino dell’olio, VARESE.

- 54^ ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE DELLA BIENNALE DI VENEZIA, a cura di VITTORIO SGARBI, TORINO.

2010

- “TIE ART” a cura di ROBERTO BORGHI e arch.MASSIMO MALACRIDA con Galleria Stragapede/Perini, Concept Store FitzCaraldo, MILANO.

- “MANGIA LE PRUGNE” mostra collettiva curata da TINA MALLIA, ROBERTO MILANI e LUIGI CAVADINI, Spazio Fiere Villa Erba, CERNOBBIO

- “ARCHITETTURE CONTEMPORANEE” esposizione permanente, Galleria Estense Arte, CERNOBBIO (CO).

- “NEXT-GENERATION PREMIO PATRIZIA BARLETTANI” FINALISTA, a cura di ROBERTO MILANI e IVAN QUARONI, Galleria S.Lorenzo, MILANO.

2009

- “TIE ART-CRAVATTA D’AUTORE CHE VESTE LA CITTA’” a cura di ARCH.MALACRIDA e ROBERTO BORGHI - opera: “BIANCONIGLIO”, COMO.

- “LA PASSIONE DEL DELITTO” mostra collettiva curata da PAOLA PIOPPI, Villa Greppi, MONTICELLO BRIANZA (LC).

- “LE STANZE DELL’ARTE” mostra collettiva curata da SERGIO MASCIADRI e LUIGI CAVADINI, Ex Caserma militare De Cristoforis, COMO.

- “PASSO CARRABILE” mostra collettiva curata da JULIA ALLERSTORFER e MOUNTY R.P.ZENTARA, Atelier & Gallery Area 53, VIENNA.

2008        

- “EXPO 2” mostra collettiva curata da SERGIO MASCIADRI, Villa Imbonati, CALVALLASCA.

2007          

- “COMORFOSI” mostra co-personale con il fotografo Marco Besana, Sala Civica in ALBAVILLA (CO).

- “LA MARINERIA” mostra bi-personale in collaborazione con lo STATO MAGGIORE DELLA MARINA MILITARE, Caserma De Cristoforis, COMO.

- “COMORFOSI” mostra personale, curata da CRISTINA LIETTI e CHIARA BUTTI, Galleria Spazio Dadone, COMO.

architAMORfosi testo critico di Roberta Macchia

Il progetto architAMORfosi nasce dall’esigenza dell’artista di rappresentare angoli della città in una modalità del tutto propria, o meglio angoli di diverse città come non li abbiamo mai visti. Guardando alle opere qui esposte possiamo notare un forte richiamo alle Sceneggiature di un film, alle inquadrature capaci di mettere in risalto ambiente e personaggio in un passaggio d’immagini che scorrono ed evolvono tra un fotogramma e l’altro fino a creare la pellicola cinematografico. Nel dettaglio è il Campo Medio ad avere maggior affinità con quanto appena citato: in ognuna delle opere è ancora molto presente l’ambiente, pur essendo di più forte impatto il protagonista. Ambiente dall’artista interpretato come fascio di luce bianchissima che ad alta frequenza s’irradia su tutta la superficie lasciando spazio ad un solo ed unico protagonista: l’elemento architettonico. Non soltanto affinità, ma anche distinzioni tra il mondo del cinema e le opere in mostra. La sensibilità nei confronti della Luce che possiede il primo è un elemento che per il secondo non può mancare. Per Matteo Galvano luce è libertà d’immaginazione, spazio su cui si può costruire ogni cosa, possibilità difar emergere ciò che fino a poco prima poteva considerarsi soltanto uno schema immaginario. Bianco e Nero fino ai primi anni ’30 per poi proiettare a colori, ma di una cosa sono certa: la scomposizione di quella luce bianchissima visibile in questo percorso espositivo, secondo la Teoria del Prisma di Vetro di Newton, si tramuta nei sette colori dello spettro all’interno di ognuno di noi o meglio nel passaggio tra il nostro ragionamento logico (mente conscia) e la nostra emozione (inconscio). Noi siamo dunque a far la parte del prisma che assorbe, scompone e disperde, considerato che ogni uomo memorizza, reinterpreta e comunica. Seguendo il percorso e osservando ogni opera vi sembrerà di viaggiare in un istante tra città geograficamente distanti tra loro e ancor di più la sensazione si pronuncerà davanti all’opera “Land-Time” ribattezzata nell’ultimo periodo #DistantiMaUniti vista la Pandemia da COVID-19 che ha coinvolto tutti i Continenti del nostro Pianeta. Quest’ultima è un’opera inedita in cui l’artista ha impegnato le sua forza creativa moltiplicando quella fusione che fino ad oggi prendeva il suo spazio su un lato soltanto. Con “Land-Time” Matteo Galvano vuole evidenziare che la storia dell’architettura è da scriversi non soltanto nella visione di palazzi restaurati e ri-modernizzati negli anni nei segni visibili di ciò che erano e che oggi sono, ma che accostando vari elementi architettonici del passato come del presente, e facendone di essi un estroso restauro, la scrittura appare più fluida, così come la penna del miglior compositore scrive su un foglio da sinistra verso destra senza mai fermarsi, fino a che lo spazio lo permette e fino a crearne la miglior narrazione.

 

Intervista di Greta Zuccali a Matteo Galvano Artista

GZ. La tua ricerca parte nel 2002 e si evolve assieme all’abilità ad utilizzare la biro. Il tuo lavoro ora approda a Milano, città che pur mantenendo intatta un’anima borghese rappresentata dai meravigliosi edifici liberty degli inizi del 900, negli ultimi vent’anni non solo ha cambiato skyline ma anche immaginario architettonico. Ci racconti come è nato il tuo lavoro e quale città lo ha ispirato?

MG. Il mio lavoro è nato da un viaggio a New York nel 2010 dove ho maturato l’idea di evolvere la mia ricerca artistica incentrandola sul tema architettonico. Inizialmente la visione racchiudeva anche elementi del paesaggio urbano da me chiamato “giungla urbana” ed andavo alla continua ricerca di dettagli prospettici utili a valorizzare l’architettura di mio interesse, come fossero a corredo di essa.

Dallo studio delle architetture incontrate durante i tuoi viaggi nasce nel 2014 la serie architAMORfosi (presentata ufficialmente presso il Padiglione Italia durante l’EXPO 2015) in cui, attraverso disegni realizzati in bianco e nero, riscrivi con il segno della “biro” la tua personale visione dell’architettura urbanistica, suggerendoci nuove coordinate spazio-temporali. Il tema della metamorfosi, terreno che evoca molteplici riferimenti e rimandi letterari, come si inserisce nel tuo lavoro?

Dal 2015 nasce architAMORfosi, termine inedito e da me stesso coniato, come mio forte bisogno di unire il cuore di città differenti creandone un unico corpo. Con questa mia nuova ricerca evolvo così come ogni crisalide diventa farfalla dando il via a una nuova vita. Così come Ovidio in “Le metamorfosi” ricorda che il creatore delle cose impose all’essere umano di contemplare il cielo ed innalzare lo sguardo dritto alle stelle, il mio sguardo si dirige, dunque, da terra a cielo immaginando l’amalgamarsi degli elementi architettonici miei preferiti. ARCHITETTURA – AMORE – METAMORFOSI questo è alla base della mia nuova corrente.

A Milano, come in altre città europee, le disuguaglianze sociali sono spesso associate a disuguaglianze spaziali. Credi che il tuo lavoro possa essere la base di una sperimentazione che porti alla nascita di progetti lungimiranti e innovativi per quei luoghi che identifichiamo come periferie?

Sono molto aperto all’utilizzo di nuove unità abitative in contesti inimmaginabili. Con l’evento in corso ho avuto la conferma che ogni progetto può avere un fine. Le stampe in formato 3D, realizzate in collaborazione con Sharebot Monza, hanno confermato che il mio futuro è costituito da ingressi ed uscite proprio come ogni edificio in cui ognuno può trovare riparo. Tutto ciò senza alcuna distinzione sociale: sogno un mondo accessibile ai più e sono certo che la mia “casa” potrà divenire “casa per tutti”.

In mostra presso Interface HUB/ART è stata esposta un’opera inedita dal titolo Land Time. 18 architetture fuse tra loro che danno vita a quella che definisci la tua “città ideale”. In essa si incontrano simboli come Il Cristo Redentore che dalla baia di Rio de Janeiro raggiunge la Statua della Libertà di New York o la Basilica di Santa Sofia di Istanbul che con il suo imponente profilo si fonde con le geometrie fluide dell’Harbin Opera House, in Cina. Hai mai pensato al tuo lavoro come ad un invito a superare i confini culturali e a giocare con te, l’autore, nella ricerca delle combinazioni nascoste nell’opera?

Con questa domanda mi torna alla mente un noto gioco passato tra le mani di diverse generazioni: il cubo di Rubik non a caso descritto già in passato come un puzzle in 3D e inventato da un professore di architettura ungherese. Attraverso i tentativi volti a trovare la soluzione finale, il cubo di Rubik e l’opera che hai citato dal titolo Land-Time, sintetizzano in un unico elemento il concetto del raggiungimento della perfezione passando da uno stato iniziale di sconvolgimento. Lo stesso Platone fece riferimento al concetto qui sopra spiegato, con la definizione del CAOS PRIMORDIALE a cui attinge il Demiurgo per la formazione di un mondo ordinato: IL COSMO.

Oltre a Land Time e alla serie di bozzetti e disegni, in mostra sono presenti 3 opere che trovano anche una realizzazione in 3D. Parliamo della fusione tra l’Arena di Verona e il Tietgenkollegiet di Copenaghen, del monumentale Makedonium di Kruševo che si fonde con il Fiore di Pietra di Mario Botta e di Interface HUB (edificio che ospita architAMORfosi), realizzato da Attilio Terragni nel 2012, che incontra il Novocomum di Como, progettato da Giuseppe Terragni alla fine degli anni 20 del ‘900. Ci racconti la genesi di questi progetti?

Il progetto 3D nasce dal mio non volermi più accontentare di un’opera d’arte da guardare con gli occhi, bensì dal forte desiderio di realizzare un’opera capace di farsi accarezzare fino ad offrire la possibilità ‘di immergersi all’interno di essa per poterla vivere a 360°. L’idea è nata tra diversi discorsi trattati con la curatrice Roberta Macchia, mia collaboratrice e compagna di vita.  Ogni giorno maturiamo idee in cui poter credere, le archiviamo e ne teniamo memoria per andare alla costante ricerca del posto e del momento giusto per poterle realizzare. È così che presso Interface HUB a Milano siamo riusciti a piantare il primo seme per un raccolto che speriamo essere rigoglioso, grazie all’impegno del Team che fino ad oggi ci ha supportato. La speranza è quella di poterlo veder crescere in altre città in Italia e all’estero.

Un lavoro che è allo stesso tempo un invito al viaggio.

Un processo che attraversando tutta la storia dell’architettura guarda ad essa come ad un organismo vivente in continua trasformazione, un puzzle tridimensionale che fa da sfondo alle nostre vite e le accoglie ogni giorno, incessantemente, in ogni città del mondo.

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